Argentina e Friuli, un ponte di opportunità per l’immigrazione di ritorno
A palazzo Torriani l’incontro promosso da Confindustria Udine con testimonianze di cittadini argentini che hanno scelto di rientrare in Italia grazie alla startup Back to Italy

Valorizzare il fenomeno dell’immigrazione di ritorno, un tema che tocca da vicino la nostra terra e le sue profonde radici nel tessuto migratorio argentino, incrociando le scelte di rientro anche con le opportunità lavorative offerte dalle nostre imprese. L’incontro Argentina Friuli. Un ponte di opportunità, organizzato mercoledì 1 ottobre, a palazzo Torriani, nella sede di Confindustria, è stato aperto dagli interventi del presidente di Confindustria Udine, Luigino Pozzo, dell’assessore regionale alle Attività produttive e turismo, Sergio Emidio Bini, e del vicepresidente di Confindustria Udine con delega alle risorse umane e immigrazione qualificata, Mario Toniutti.
Sono intervenuti anche il fondatore e Ceo di Back to Italy, Gerardo Sine, e l’avvocato Martina Bortoluzzi. Tre le testimonianze di cittadini argentini che hanno scelto di trasferirsi in Italia (un centinaio presenti all’evento), intraprendendo un percorso di ritorno alle origini proprio grazie al supporto di Back to Italy, una startup che opera per assecondare le volontà di rientro, legandole appunto alle opportunità professionali offerte dal territorio. L’appuntamento ha rappresentato un’occasione per riflettere su come queste storie individuali possano tradursi in opportunità sociali, culturali ed economiche per il nostro territorio, contribuendo a rafforzare i legami storici tra il Friuli e la comunità friulana in Argentina.
“L’iniziativa di oggi - ha spiegato il presidente di Confindustria Udine, Luigino Pozzo, aprendo i lavori - nasce con l’obiettivo di valorizzare il fenomeno dell’immigrazione di ritorno, un tema che tocca da vicino la nostra terra e le sue profonde radici nel tessuto migratorio argentino. Dobbiamo partire da un ragionamento: secondo stime recenti (aggiornate al 2024-25), in Argentina vivono circa 25 milioni di discendenti di italiani. Questa cifra, probabilmente approssimata per difetto, corrisponde a circa il 60% della popolazione totale. Sostanzialmente, sono italiani. Un milione circa di questi ha doppia cittadinanza (30.000 passaporti sono stati rilasciati nel 2024). Inoltre, il tasso di fecondità in Argentina è pari al 2,2, mentre l’Italia si ferma all’1,18. In Argentina il Pil pro-capite è di 13.800 dollari, mentre il Pil pro capite dell’Italia è di 34.300 dollari. Dati, questi, che ci fanno capire come questa comunità può essere considerata a tutti gli effetti una seconda Italia, rispetto alla quale vi è la necessità di sviluppare una forte sinergia per equilibrare la qualità della vita”.
Sulla base di queste premesse, Pozzo ha quindi ricordato come il progetto “Back to Italy Argentina” punti a “inserire in regione giovani italo-argentini, formati preventivamente in Argentina, per colmare le esigenze di reclutamento in settori strategici della nostra manifattura come metalmeccanica, edilizia, legno-arredo e plastica”. “Una necessità urgente - ha ribadito, “perché nei prossimi dieci anni dovremo far fronte a una perdita stimata di circa 100mila lavoratori”.
Un vantaggio rilevante, ha spiegato, è che “molti italo-argentini hanno o possono ottenere il doppio passaporto, e quindi non rientrano nelle quote del decreto flussi, che sono limitate”. L’obiettivo, inoltre, “non è portare qui solo singoli lavoratori, ma intere famiglie, così da favorire integrazione e radicamento”.
“Inoltre – ha aggiunto il presidente -, in collaborazione con l’Università di Udine ed altri attori territoriali, alla storica Fiera del Lavoro FVG (Convegno ALIg in presenza), quest’anno si affiancheranno due fiere online a diffusione internazionale: la international Education fair e la International job fair, dedicate, rispettivamente, alla formazione e al lavoro. Naturalmente, ci sarà un coinvolgimento dell’Argentina nell’International Job Fair del prossimo 14 novembre, con l’obiettivo di intercettare subito profili professionali di qualità, offrire un reale inserimento in azienda per i candidati selezionati, collegando domanda e offerta con strumenti di assistenza immediata”.
Pozzo ha infine richiamato l’attenzione sul tema dell’attrattività: “Il lavoro è fondamentale, ma non basta. Servono formazione, servizi per i lavoratori nelle aree industriali, una casa, un welfare avanzato. È un impegno che coinvolge l’intero sistema territoriale: istituzioni, imprese e comunità devono remare nella stessa direzione”.
Dopo l’intervento di Sergio Emidio Bini, assessore regionale alle Attività produttive e turismo (si rimanda per le sue dichiarazioni all’Agenzia Regione Cronache), ha preso la parola Mario Toniutti, vicepresidente dell’Associazione con delega alle risorse umane e all’immigrazione qualificata.
Toniutti ha posto l’accento sulle azioni concrete già avviate da Confindustria Udine proprio sul fronte dell’attrattività: “Di fronte al crescente fabbisogno di manodopera qualificata e alla progressiva riduzione demografica che interessa il FVG, stiamo lavorando a un piano articolato per attrarre lavoratori e studenti altamente motivati dall’estero (in particolare da Argentina, Ghana ed Egitto), attivare percorsi di formazione qualificata, costruire soluzioni abitative dignitose che favoriscano l’inserimento stabile e sviluppare strumenti collaborativi tra imprese, enti formativi, fondazioni sociali e pubbliche amministrazioni”.
In riferimento al progetto Back to Italy, Toniutti ha spiegato che l’intenzione è quella “di attivare percorsi di relocation e assistenza legale, fiscale e sociale per i candidati selezionati all’International Job Fair in programma il prossimo 14 novembre, accompagnando famiglie e singoli nella ricerca della casa, nell’inserimento lavorativo e nella piena integrazione sul territorio. L’obiettivo è creare un sistema di accoglienza efficiente e concreto”. Un punto centrale resta, appunto, il tema abitativo: “Per affrontare la questione casa abbiamo avviato il progetto Friuli Social Housing, con l’obiettivo di contrastare il disagio abitativo attraverso modelli innovativi e integrati”.
Toniutti ha infine sottolineato l’importanza di fare rete: “Stiamo lavorando in sinergia con i consorzi industriali del territorio per implementare i servizi a beneficio dei lavoratori nelle aree produttive, dagli asili al trasporto pubblico, fino agli ambulatori medici. Solo creando un ecosistema attrattivo e accogliente possiamo accogliere dignitosamente anche chi decide di cambiare vita, trasferendosi qui da un Paese lontano”.
Back to Italy
È seguita quindi una tavola rotonda nel corso della quale Gerardo Sine, fondatore e Ceo di Back to Italy, ha illustrato l’attività della sua startup che accompagna i percorsi di rientro dei discendenti italiani dall’estero. “Back to Italy - ha spiegato - è una startup innovativa che mette in connessione italiani e oriundi all’estero con imprese e istituzioni. La nostra missione è dare una risposta concreta a sfide decisive come il declino demografico e lo spopolamento delle aree interne. Con un approccio integrato di attrazione, relocation e retention generiamo valore per tutti: nuove opportunità di vita e lavoro per chi rientra, manodopera qualificata per le aziende e nuova vitalità per i territori. Oggi, grazie al sostegno di Confindustria e della Regione, Back to Italy è parte di un ecosistema più ampio, dove ciascuno contribuisce a rendere il territorio più attrattivo, competitivo e accogliente. Possiamo affrontare queste imponenti sfide solamente con una visione d’insieme, con un senso di responsabilità ma soprattutto con un modello autosostenibile e scalabile. Interpretando questi problemi come opportunità, Back to Italy può fare la differenza per sé e per l’ecosistema in cui è immersa, generando un valore condiviso fra tutti”.
Per l’avvocato Martina Bortoluzzi, Legal Operation Manager Back to Italy, la nuova legge sulla cittadinanza, la n. 74 del 2025, non limita lo ius sanguinis, ma ne riafferma il senso profondo rafforzando il legame con l’Italia. Il requisito dei due anni di permanenza e l’ingresso fuori quota per i discendenti rappresentano strumenti concreti per integrare l’immigrazione di ritorno nel mercato del lavoro. È una normativa che, se attuata con visione condivisa tra istituzioni, imprese e cittadini, può trasformarsi in un’opportunità di crescita per tutto il territorio. Back to Italy si inserisce proprio in questa prospettiva, offrendo un modello capace di accompagnare le persone in un percorso di ritorno consapevole e duraturo”.
Le testimonianze
Uno dei momenti più significativi dell’evento è stato rappresentato dalle testimonianze di tre cittadini argentini che hanno scelto di trasferirsi in Italia, intraprendendo un cammino di ritorno alle proprie radici.
“Siamo arrivati in Friuli – ha raccontato Nicolò Lira - senza alcun supporto e ogni passo sembrava una montagna. Poi, grazie al passaparola, abbiamo conosciuto Back to Italy e tutto è cambiato: non solo supporto pratico, ma soprattutto umano. Oggi i nostri bambini vanno a scuola felici, noi lavoriamo e possiamo finalmente guardare al futuro con speranza, costruendolo giorno dopo giorno con un supporto costante”.
Conferma Agustina Ferrero: “Migrare per me e il mio compagno è stato ed è un processo complesso, fatto di grandi apprendimenti, ma anche di momenti di confusione e incertezza. In Back to Italy abbiamo trovato sostegno, accompagnamento e, in un certo senso, un luogo sicuro dove sentirci accolti".
Da ultima la testimonianza di Gabriel Fanelli, attuale amministratore del Gruppo Ceccarelli: “Sono rientrato in Italia nel 1987, avevo 19 anni. Mamma friulana e papà molisano, emigrati in Argentina dopo la seconda guerra: la mia famiglia faceva parte della grande ondata di rientri degli anni ’80 coincisa con un momento di crisi dell’economia argentina. Dopo le superiori mi sono laureato in Economia a Udine, pur continuando a lavorare. Credo di rappresentare bene l’esempio di chi, con sacrificio, ha saputo cogliere le opportunità offerte dal territorio. Basta volerlo. Ho lavorato per 23 anni nel settore del mobile nel Distretto della Sedia. Dal 2010, invece, mi sono dedicato completamente alla logistica. Conoscevo già da tempo il Gruppo Ceccarelli grazie all’amicizia con il compianto Bernardino e oggi, insieme a sua moglie Mariarosa e a suo figlio Luca, portiamo avanti con impegno lo sviluppo aziendale. A mio parere, l’Argentina è una fonte preziosa di manodopera qualificata: gli argentini di origine italiana si sentono italiani a tutti gli effetti e, dal punto di vista culturale, il loro inserimento è semplice e naturale”.
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