Il campus degli studenti di Medicina nell’ex convento di via Chiusaforte
Un campus per gli studenti di medicina nell’ex convento dei frati cappuccini di via Chiusaforte. L’Università di Udine sta mettendo a punto un progetto di riqualificazione per regalare una nuova sede «più dignitosa e funzionale» alla facoltà che da anni è un punto di riferimento a livello nazionale per la formazione dei nuovi medici. «Abbiamo realizzato un progetto di massima che presto condivideremo con la Regione e il Comune - dice il rettore, Roberto Pinton -. L’idea è quella di realizzare un nuovo edificio per ospitare aule, laboratori e uffici trasformando l’attuale sede in un campus con alloggi per docenti e studenti». Una sorta di ritorno al passato quindi per l’ex convitto che è stato realizzato negli anni ’60 e, fino al 1988, quando è stato ceduto all’ateneo friulano, ha ospitato i frati. Un’idea che piace al sindaco Pietro Fontanini il quale ha subito assicurato il massimo sostegno all’università. «Udine - sottolinea il primo cittadino - vanta delle eccellenze sia in ambito universitario che medico - ospedaliero e recuperare quegli spazi per ospitare gli studenti sarebbe l’ideale vista la collocazione, a pochi passi dal Santa Maria della Misericordia, e le dimensioni dato che l’ex convento, oltre agli alloggi, aveva aree destinate agli orti che venivano coltivati dai frati che si prestano a una nuova destinazione. Per Udine sarebbe un ulteriore passo avanti nella dimensione di una cittadina universitaria».
Anche «perché - ricorda Pinton - gli studenti iscritti all’università sono circa 15.500 e i dipendenti dell’ateneo friulano 1.200. La nostra vocazione non deve essere soltanto quella di garantire un’attività di formazione eccellente ma anche di offrire un’accoglienza con nuove formule di residenzialità». Tra le quali, appunto, quella del campus. Che è stato pensato per poter ospitare un numero maggiore di studenti rispetto al limite massimo di iscritti fissato oggi per la facoltà di medicina (150 al primo anno). «È chiaro che dovendo realizzare oggi una nuova struttura è opportuno non limitarsi a rispondere alle attuali esigenze ma immaginare anche un possibile sviluppo tenendo in considerazione il fatto che da tempo c’è un dibattito attorno al numero chiuso e che il Ministero potrebbe decidere di aumentare il tetto massimo. Ovviamente aumentare il numero di studenti significa poi garantire spazi ulteriori per le specializzazioni perché tutta la filiera deve crescere in proporzione. Non è un’operazione semplice ma è chiaro che le nuove aule devono prevedere l’eventualità di un possibile futuro incremento».
Il nuovo edificio è stato concepito per rispondere agli standard più avanzati per quanto riguarda il risparmio energetico. «L’ambizione - aggiunge Pinton - è quella di realizzare una struttura che diventi un punto di riferimento anche per quanto concerne l’edilizia universitaria. Abbiamo pensato a qualcosa di nuovo e innovativo».
Facile immaginare quindi che l’investimento sarà nell’ordine di diversi milioni di euro. «Da soli non potremo sostenerlo e quindi - anticipa il rettore - chiederemo un contributo al Ministero e alla Regione. In via Chiusaforte potrebbe trovare posto anche il corso di laurea in infermieristica che oggi è ospitato in viale Ungheria e viene gestito dalla Regione». Anche per questo il prossimo passo sarà proprio quello di avviare un dialogo con la Regione per condividere il progetto che ha già incassato l’appoggio del sindaco Fontanini. —
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