Il borgo della Carnia replica il miracolo:la mostra sull'"ultima rivelazione" passerà ai musei della Santa Sede

Bertone: «La salvezza è in Cristo»
Il segretario di Stato vaticano ieri all'inaugurazione della rassegna d'arte allestita a Illegio
«L'Apocalisse non è un catastrofico epilogo, ma il fallimento delle forze infernali»
«L'Apocalisse non è l'inquietante annuncio di un catastrofico epilogo per il cammino dell'umanità, ma la grandiosa proclamazione del fallimento delle forze infernali e del mistero di Cristo morto e risorto come salvezza per la storia e per il cosmo». L'intervento del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, che ieri è intervenuto ad Illegio in occasione dell'inaugurazione della mostra Apocalisse. L'ultima rivelazione, si è sviluppato come una lunga («per giustificare la mia venuta fin qui...», ha scherzato in apertura l'alto prelato) e puntuale analisi del messaggio che contenuto nelle ultime pagine della Sacra Scrittura, quelle dell'Apocalisse. «Vi sono contenuti - ha esordito il cardinale - quattro aspetti che sono fedelmente riecheggiati dalle immagini d'arte esposte nella sede museale qui accanto» (ovvero nella casa delle Esposizioni di Illegio).


«Meditare sull'Apocalisse significa misurarsi con l'evento della divina rivelazione - ha proseguito il prelato -, non a caso apokalupsis è un termine greco che significa appunto rivelazione. Delusi dalla razionalità illuministica e dall'ottimismo positivista gli uomini si sono convinti che non sia possibile conoscere la verità». A meno che non si riconosca quella possibilità «nella fede e nella divina rivelazione, non nell'illuminismo o nell'irenismo di chi vorrebbe conciliare tutte le visioni. L'appello di questa mostra - ha puntualizzato il cardinale Bertone - è quindi un invito alla cultura del nostro tempo a misurarsi in maniera nuova con la rivelazione cristiana».


Non una qualsiasi, ha però ricordato il prelato. «L'Apocalisse non è una rivelazione qualunque: è una visione. La fede nasce senz'altro dalla credibilità di un annuncio, ma nondimeno è un vedere». Anche attraverso la preghiera, la cui visionarietà secondo il cardinale Bertone «non è frutto di sola fantasia, quanto un vero e proprio modo di verificare, come lo fu delle grandi visioni dei Santi». Nel suo intervento il segretario di Stato Vaticano è passato poi al terzo messaggio contenuto nel testo dell'Apocalisse: «Le forze del male hanno le ore contate», ha detto il cardinale: «È questa la certezza che sostiene gli operatori del bene. Forse non raccoglieranno i frutti dei semi che hanno piantato, ma il buon seme produrrà, un giorno, il frutto buono. Il ribaltamento delle situazioni di oppressione non può verificarsi nel tempo e ad opera dell'uomo, ma oltre il tempo e ad opera di Dio».


«Non ci resta che l'ultimo punto - ha proseguito il cardinale -: l'educazione alla bellezza nella visione cristiana della vita. Il cristianesimo attesta che la suprema aspirazione del cuore umano sarà la visio beatifica del Paradiso». Dal commentare il testo sacro, il cardinale è passato attraverso la citazione di memorie ed esperienze personali, fatti di cronaca e infine per la poesia Il Comune rustico di Carducci della quale ha recitato alcuni versi. «Il signore vi sostenga, benedetta gente di Carnia. Vi incoraggi a continuare, a Illegio e dovunque, su questa strada innovativa e antica al tempo stesso», ha detto il prelato prima di congedarsi con un popolarissimo mandi.


Illegio replica dunque il miracolo culturale e ancora una volta si trasforma in uno dei cuori pulsanti (senza dubbio quello assolutamente straordinario) della regione. La mostra Apocalisse. L'ultima rivelazione resterà aperta nella Casa delle Esposizioni fino al prossimo 30 settembre per poi trasferirsi ai Musei Vaticani, come ha annunciato ieri il presidente del comitato di San Floriano, monsignor Angelo Zanello. La mostra raccoglie circa cento capolavori dell'arte dal IV al XX secolo (vi sono esposte opere di Albrect Durer, Guido Reni, Salvador Dalí e Giorgio de Chirico, solo per ricordarne alcune) provenienti da sedici paesi europei e dagli Stati Uniti. «Con questa esposizione - ha spiegato il curatore della mostra, don Alessio Geretti - vogliamo offrire un ambiente in cui l'Europa possa specchiarsi e uscire da una stagione di smemoratezza e confusione, ritrovando la propria geografia culturale e spirituale». La propria identità, che non può prescindere, come è stato più volte ribadito ieri, dalla sua radice cristiana. «A Illegio desideriamo rimettere in contatto la nostra generazione con i grandi testi della storia spirituale e culturale dell'Occidente - ha dichiarato a sua volta monsignor Zanello -. Vogliamo essere un piccolo scriptorium della nostra Chiesa».


Se il taglio del nastro, quello formale, è arrivato solo una volta conclusisi gli interventi di autorità civili e religiose al Teatro Tenda, l'inaugurazione che le centinaia di persone giunte a Illegio ricorderanno sarà un'altra. Quello squarcio del silenzio che alle 16 ha accolto l'arrivo dell'ospite più atteso della giornata, il cardinal Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, giunto a Illegio a bordo di un elicottero militare. Dopo l'atterraggio c'è stato solo il tempo per i saluti di rito, prima dello spostamento nel centro del paese, dove l'alto prelato ha visitato privatamente la mostra sull'Apocalisse per poi giungere, atteso da una vera e propria folla plaudente, al teatro all'aperto (sotto il tendone non c'era un posto libero). Tra il pubblico si è contata la presenza di numerose autorità civili, a partire dal presidente della Regione, Riccardo Illy, e dal presidente del Consiglio regionale, Alessandro Tesini, oltre che del presidente della Provincia di Udine, Marzio Strassoldo. Non poteva mancare il pardone di casa, il sindaco di Tolmezzo, Sergio Cuzzi, così come numerose sono state le adesioni degli altri primi cittadini della Carnia.


Da ricordare, inoltre, la presenza delle principali autorità militari e religiose della regione. Ed è stato proprio il vescovo di Udine, monsignor Pietro Brollo, a dare il la agli interventi (che ieri hanno avuto tempi tassativi) ricordando il recente viaggio a Roma dal Papa. «Siamo rientrati solo questa mattina. La sua visita di oggi ricambia la nostra al Pontefice», ha esordito il vescovo rivolgendosi al cardinale Bertone, per poi passare alla lingua friulana e rivelare di aver portato in dono al Papa il Messal par furlan. Notizia che ha provocato il secondo scoppio spontaneo di applausi della giornata. «Illegio - ha proseguito monsignor Brollo - ci dimostra che non sempre ciò che sembra piccolo davvero lo è. Questo paese è la degna cornice per una mostra che mobilita tutti gli abitanti del paese». In effetti si tratta di un caso più unico che raro nel panorama regionale (ma non solo) che una piccola frazione montana riesca a far fruttare le proprie forze tramutandosi, anno dopo anno, in uno dei luoghi più rilevanti sulla cartina geografica delle esposizioni d'arte nazionali. Lo ha ribadito, in coda al suo intervento, lo stesso cardinale Bertone: «Illegio - ha detto - non è una storica capitale dell'arte, ma lo sta diventando».

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