Il bollettino della Protezione civile, cinque decessi in casa di riposo: i positivi in regione sono 1879, in aumento anche i guariti

Aggiornamento ore 22.30. Sale a quattro il bilancio dei decessi registrato nella casa di riposo di Paluzza dove, nella giornata di venerdì, 3 aprile, altre tre persone hanno perso la vita per le complicanze legate al coronavirus.
La vittima, un'anziana donna di Ovaro, aveva 91 anni. Resta alta la preoccupazione a Paluzza dove un'altra sessantina di persone è risultata positiva al Covid-19. Non solo ospiti: anche quattro operatori sono contagiati. Qui il dettaglio della giornata.
Aggiornamento ore 20.30. All'interno di mercati e degli esercizi commerciali di generi alimentari del Friuli Venezia Giulia l'obbligo per tutti è di coprire il naso e la bocca, con mascherine o altre protezioni, e di utilizzare guanti monouso (anche gli stessi forniti dai supermercati, ove presenti).
È quanto va evidenziato a proposito dell'ordinanza n.7 firmata oggi dal governatore Massimiliano Fedriga nell'ambito delle misure per il contenimento del Covid-19.
Viene così recepita un'indicazione largamente condivisa dalla comunità scientifica, sempre ricordando che l'utilizzo delle protezioni, per essere efficace, va abbinato all'osservanza della distanza di sicurezza tra le persone. Qui l'articolo con l'ordinanza spiegata punto per punto.
Aggiornamento ore 19. È obbligatorio l'uso di mascherine o comunque protezioni per naso e bocca e guanti all'interno di mercati e degli esercizi commerciali di beni alimentari. Viene introdotto il contingentamento delle presenze per mantenere le distanze di sicurezza come previsto per le altre realtà. I dispositivi di sicurezza individuale sono comunque raccomandati a tutta la popolazione che deve porre particolare attenzione a coprire naso e bocca durante le uscite.
Sono questi i provvedimenti integrativi della nuova ordinanza contingibile e urgente n.7 firmata oggi dal governatore della Regione, Massimiliano Fedriga, in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 che proroga fino al 13 aprile le misure contenute nell'ordinanza n.4 emanata dalla Regione il 21 marzo scorso che, ricordiamo, prevedono che in attuazione del divieto di spostamento dal proprio domicilio, dalla propria residenza o dalla propria dimora, ad eccezione delle specifiche necessità normativamente individuate, nonché in attuazione del divieto di creare assembramenti in luoghi pubblici o aperti al pubblico (compresi parchi e giardini), sia fatto divieto di svolgere attività motorie o sportive, nonché di effettuare passeggiate o comunque di intrattenersi in aree frequentate da più persone, con particolare riguardo a spazi pubblici o aperti al pubblico. Leggi qui tutti i dettagli sulla nuova ordinanza - [Testo integrale]
Aggiornamento ore 18.30. Riccardi: ora emergenza fornitura case di riposo. In uno scenario in cui la nostra regione, nell'ambito del Nord Italia, presenta il miglior rapporto standardizzato su disponibilità della terapie intensive, numero di contagi e letalità, due sono le criticità che danno maggiore
preoccupazione: la carenza nelle forniture di reagenti per i tamponi e di dispositivi di sicurezza per gli operatori sanitari da una parte e la situazione nelle case di riposo dall'altra. In particolar modo di quella di Paluzza, dove registriamo 60 casi positivi su 100 ospiti, oltre al contagio di 4 operatori".
Lo ha detto oggi a Palmanova il vicegovernatore con delega alla Salute e alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, nel corso della videoconferenza con i rappresentanti dell'Assemblea dei sindaci dell'Ambito "Carnia".
"Per quel che riguarda la Casa di riposo di Paluzza - ha spiegato il vicegovernatore - stamani i responsabili dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asufc) si sono recati nella struttura per prendere in carico la situazione. Il protocollo che adottiamo è quello di non creare dei 'lazzaretti', quindi mettiamo in atto la divisione interna dei percorsi per garantire sicurezza agli ospiti che non sono stati contagiati. Ma in primo luogo - ha aggiunto - diamo tutta l'assistenza sanitaria necessaria, e che la Casa di riposo di non può fornire, per curare al meglio le persone infettate".
Affrontando il tema delle forniture, Riccardi ha denunciato lo stato di sofferenza che si registra in tutto il Paese, "prova ne sia che da un'importante struttura ospedaliera del Veneto ci hanno chiesto se fossimo in grado di offrire loro qualche migliaia di camici chirurgici. Inoltre, è di poche ore fa l'arrivo a Trieste di 150 tute da bio-contenimento per i medici di chirurgia oncologica dell'Ospedale di Cattinara che stavano per rimanerne senza".
Come ha ricordato Riccardi, "senza volontà di fare polemica, sul tema delle protezioni individuali, in primo luogo per gli operatori sanitari, è stato il Governo centrale a inserire tra i compiti della gestione commissariale nazionale le forniture di questi dispositivi".
Infine il vicegovernatore ha ribadito l'appello a evitare le polemiche politiche al fine "di non perdere tempo, prezioso, da dedicare al lavoro quotidiano e incessante per affrontare l'emergenza sanitaria in atto".
Aggiornamento ore 17.30. La situazione in Fvg. Sono 1.879 i casi accertati positivi al coronavirus in Friuli Venezia Giulia, con un incremento di 80 unità rispetto a ieri. I guariti in totale sono 195, mentre i guariti clinicamente (senza più sintomi ma non ancora negativi al tampone) sono 224.
Sette i decessi in più rispetto all'ultima comunicazione, che portano a 136 il numero complessivo di morti da Covid-19. Il dato più alto di casi positivi è quello registrato nell'area di Udine con 681 persone contagiate; seguono Trieste (629), Pordenone (452) e Gorizia (111). A questi si aggiungono 6 non residenti in Fvg.
Lo ha reso noto il vicegovernatore con delega alla Salute e alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, dalla sede operativa di Palmanova.
Sono 61 i pazienti colpiti dal virus che attualmente si trovano in terapia intensiva, mentre i ricoverati in altri reparti risultano essere 201. Le persone in isolamento domiciliare sono 1.062.
Questo l’appello che Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato all’amministrazione regionale e ai sindaci del Friuli Venezia Giulia, nel corso dei due incontri con Anci-Federsanità e con la Direzione regionale alla salute. Il doppio appuntamento è stato l’occasione per sollecitare, «oltre alla regolare fornitura dei dispositivi di protezione individuale per chi opera nelle strutture sanitarie, nelle case di riposo, nelle Rsa e nell’assistenza domiciliare», anche «la definizione di protocolli che prevedano l’effettuazione di tamponi con cadenza almeno settimanale per tutto il personale impegnato in queste strutture e l’individuazione di procedure e strutture per l’assistenza sanitaria ai contagiati e il loro isolamento». Leggi qui l'appello dei sindacati.
Aggiornamento ore 16.30. Quinto decesso in casa di riposo a San Giorgio di Nogaro. Quinto decesso da contagio Covid 19 alla casa di riposo Azienda per i servizi alla persona, “G.Chiabà” di San Giorgio di Nogaro. È mancata Teresa Andreuzza vedova Tesan di 83 anni di San Giorgio di Nogaro, già affetta da demenza senile progressiva, era risultata positiva al test del coronavirus una quindicina di giorni fa. Anche lei era da tempo isolata nell’apposito “reparto contagi” creato all’interno della struttura, è andata peggiorando nell’ultima settimana, come racconta il figlio Rudy, fino al decesso avvenuto ieri. Teresa Andreuzza discendeva da una storica famiglia di commercianti all’ingrosso di pollame
Aggiornamento ore 16. Il comunicato della casa di riposo. Questa mattina, venerdì 3 aprile, abbiamo ricevuto gli esiti dei tamponi effettuati agli anziani ieri. La situazione del contagio è estesa. 41 anziani risultano positivi e si aggiungono ai 19 già presenti, per un totale di 60 persone contagiate (era stato diffuso un dato differente, 62, ma solo perché su due anziani è stato ripetuto il test e confermato)
Di questi 60, due persone sono decedute stamattina, una struttura ed una in ospedale. Atre 2 presenti in struttura versano in situazioni critiche. Un’altra nostra residente, anch’essa positiva, è ancora, ricoverata in ospedale. Alcune persone presentano sintomatologia, tutti gli altri risultano asintomatici.
Sono stati effettuati i prelievi al personale, dipendente non, i cui risultati si conta di avere in serata.
Aggiornamento delle 14.55. I numeri della casa di riposo a Paluzza. Sono saliti a 62 i positivi alla Casa di riposo di Paluzza. Tre i decessi. Il vice governatore Riccardo Riccardi ha affermato che probabilmente sono stati due operatori sanitari che operano nella casa di riposo Brunetti ad aver portato il virus all’interno della struttura.
Il sindaco Massimo Mentil ha rimarcato come in 48 ore la situazione all’interno della casa di riposo sia divenuta complessa, drammatica e difficile, passando da 23 casi di positività agli attuali 62. Positivi anche 4 operatori.
Oggi, venerdì 3, sono stati effettuati altri prelievi al personale operante all’interno della casa di riposo Brunetti per avere probabilmente in serata, un quadro più preciso della situazione. Mentil si è stretto idealmente attorno alle famiglie delle due vittime, agli ospiti e al personale della casa di riposo, asserendo che "non saranno mai lasciati soli".
Aggiornamento delle 13.30. Consegnato al Cro container per l'esame tamponi. "Un altro esempio, in questo particolare momento di emergenza, di efficace interazione tra la Protezione civile Fvg e il Sistema sanitario regionale. Una sinergia che sta contribuendo a fare del Friuli Venezia Giulia la regione del Nord che sta subendo meno degli altri le conseguenze di questa crisi".
Così il vicegovernatore con delega alla Salute e alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, ha commentato, venerdì 3 aprile, la consegna da parte della Protezione civile Fvg al Cro di Aviano di un container allestito per ospitare l'attività sanitaria di esecuzione dei tamponi relativamente all'esame di positività al coronavirus.
Il contenitore, che fa parte del materiale inviato all'epoca in Italia centrale tra gli aiuti per il post terremoto, è stato recuperato dal Gruppo di volontari di Protezione civile di San Giovanni al Natisone in collaborazione con gli altri Gruppi comunali.
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Nel dettaglio, all'interno del container sono stati creati due vani: uno, dotato di finestrella (per l'effettuazione del tampone) e munito di riscaldamento, è quello destinato agli operatori sanitari; il secondo è lo spazio riservato alle persone che dovranno essere sottoposte all'esame.
La Protezione civile, oltre a questo consegnato al Cro di Aviano, ha recuperato e attrezzato un altro container, il quale viene messo a disposizione delle strutture ospedaliere del territorio regionale.
Aggiornamento delle 13. Primo decesso da coronavirus a Socchieve. Anche Socchieve piange la prima vittima da coronavirus. A comunicarlo è stato il sindaco, Coriglio Zanier, che in un comunicato ha rimarcato di aver "un immenso dolore e tristezza nel cuore: sono a voi per comunicarvi una notizia che mai avrei voluto dare.
Giovedì 2 aprile è venuta a mancare la nostra gentile signora Alessandra. Vogliamo ricordarla come era, sorridente e felice nel raggiungere il nostro paese e partecipe della vita della nostra piazza. La ricorderemo sempre con grande affetto".
Alessandra Meda, 77 anni, è deceduta all’ospedale di Udine dove era ricoverata a causa del virus Covid 19. La donna, residente con il marito Renzo Parussatti, a Treviso, trascorreva diversi mesi a Mediis di Socchieve.
La coppia al momento dell’emergenza si trovava ancora nel borgo carnico e qui si è fermata impossibilitata a rientrare a Treviso. Risultata positiva al corona virus era stata ricoverata nel nosocomio friulano dove è deceduta.
Aggiornamento ore 12.30. Vendeva mascherine a 40 euro, denunciato. Pensava di arricchirsi facendo leva sulla paura della gente. Ma qualcuno è stato più accorto di lui e lo ha denunciato, ponendo fine per tempo ai suoi loschi guadagni. E cioè alla vendita a prezzo gonfiato delle mascherine anti Covid-19.
Un business che l’uomo, un cittadino straniero residente a Udine, aveva lanciato su internet non appena fiutato l’affare: 40 euro a pezzo, prendere o lasciare, considerate la penuria e la conseguente forte richiesta di mascherine in questi giorni di emergenza. L’indagine è ancora in corso e non è dato sapere di quale modello si trattasse. Qui tutti i dettagli sull'operazione.
Aggiornamento delle 12. In Fvg misure restrittive fino al 13 aprile. Da oggi, venerdì 3 aprile, le misure restrittive in Friuli Venezia Giulia proseguiranno fino al 13 aprile. Lo ha confermato nel corso di un intervento alla trasmissione "Mi manda Raitrè" il governatore del Fvg, Massimiliano Fedriga.
«Si prevede quindi fino a quella data ancora l’impossibilità di effettuare passeggiate e sport all’aperto in assoluto. Capisco il sacrificio che stiamo chiedendo ai cittadini ma - ha spiegato Fedriga - in questo momento l’unico reale strumento di contenimento del virus è cercare di evitare qualsiasi rapporto interpersonale e quindi contatti con altre persone.
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Non a caso - ha detto - noi siamo la regione che subito è partita con le misure di contenimento: basti pensare che siamo partiti prima di avere il primo contagio e questo ci ha permesso - ha concluso - di tenere i numeri sotto controllo se paragonati ad altre regioni».
Aggiornamento delle 11.50. Fedriga: ingressi limitati nelle case di riposo. Per quanto riguarda il delicato problema delle case di riposo «con una mia ordinanza abbiamo cercato di limitare al massimo gli ingressi perchè sappiamo che sono le strutture più fragili e con le persone che più facilmente si possono aggravare con questa patologia e quindi poi avere situazioni estremamente drammatiche».
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Lo ha detto il presidente del Fvg Massimiliano Fedriga intervistato al programma «Mi manda Raitre». «Ad oggi - ha precisato - siamo riusciti anche ad assistere le case di riposo con contagi spostando personale sanitario e cercando di evitare i trasferimenti che dalla casa di riposo rischiano poi di aggravare la situazione, ma tutelando invece - ha concluso - le persone che vivono all’interno della struttura».
Aggiornamento delle 11.45. Rosolen: cassa in deroga, via l'imposta di bollo. "Alla luce delle numerose richieste di chiarimento pervenute da imprese e consulenti del lavoro, mi preme chiarire alcuni concetti rispetto all'imposta di bollo sulle domande di cassa integrazione in deroga legate all'emergenza Covid-19.
Il primo: non è di nostra competenza, non abbiamo strumenti diretti per intervenire, ma è dovuta per legge e non possiamo ignorarla. Il secondo: già prima della definizione del decreto legge, le Regioni avevano chiesto di eliminarla. Il terzo, a questo punto il più importante: aspettiamo la conversione del testo in legge per toglierla".
E' quanto ha affermato l'assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen "Gli uffici regionali - così l'assessore - si sono messi ufficialmente in contatto con l'Agenzia delle Entrate per consentire il pagamento del bollo on line. Sono state altresì chieste delucidazioni rispetto al codice tributo, alla causale ed altri aspetti legati alla compilazione del modello.
La speranza - ha concluso Rosolen - è che questa fase non esattamente lineare venga superata nel momento in cui il decreto diventerà legge. I tweet del ministro Catalfo, pur preziosi, non costituiscono, per ora, fonte normativa. Nel momento in cui ci sarà l'atteso intervento in sede di conversione in legge, elimineremo il bollo immediatamente".
Aggiornamento delle 11. Controlli, 84 nei guai. Continuano i controlli delle forze dell'ordine per verificare il rispetto delle direttive tese a limitare il contagio. Nella giornata di giovedì 2 aprile, a udine e in provincia 84 persone sono state sorprese fuori casa senza un valido motivo. Sono state tutte denunciate. Qui l'articolo
Aggiornamento delle 9.55. "A casa anche il 1° maggio". Dopo Pasqua e Pasquetta, anche il 1 maggio lo passeremo chiusi in casa? «Credo proprio di sì, non credo che passerà questa situazione per quella data. Dovremo stare in casa per molte settimane».
Lo ha detto il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli a "Radio anch'io" su Rai Radio 1 ribadendo la necessità di avere «comportamenti rigorosissimi».
Il coronavirus, ha aggiunto, «cambierà il nostro approccio ai contatti umani e interpersonali, dovremo mantenere le distanze» per diverso tempo.
La cosiddetta 'fase 2' di convivenza con il coronavirus potrebbe iniziare a metà maggio, anche se al momento non c'è alcuna certezza.
Lo ha spiegato lo stesso Borrelli a "Circo Massimo" su Radio Capital ricordando che se si faranno tamponi a tappeto, indagini sierologiche e demoscopiche sulla rete di contagi, spetterà agli esperti del comitato-tecnico scientifico deciderlo. E su questo si sta già lavorando.
Il 16 maggio potrebbe essere la data giusta per la fase 2? «Se l'andamento non cambia, potrebbe essere, come potrebbe essere prima o dopo, dipende dai dati», ha risposto Borrelli sottolineando che al momento la situazione è stazionaria»
«Dobbiamo vedere quando questa situazione inizia a decrescere. Non vorrei dare delle date, però da qui al 16 maggio potremo aver dati ulteriormente positivi che consigliano di riprendere le attività e cominciare quindi la fase 2».
Parlando poi del rischio di un’ondata di ritorno, Borrelli ha sottolineato che «siccome c’è questa possibilità, soprattutto per quelli che non sono stati colpiti, bisogna usare misure precauzionali forti. Per questo - ha concluso - non voglio sbilanciarmi su aperture e modalità».
«Bisogna andare avanti con il massimo rigore. Anche la circolare del Viminale di fatto non sposta i termini dei comportamenti. Dobbiamo fare attenzione per evitare che la catena dei contagi ci sfugga di mano. L’ora d’aria per i bambini - ha precisato il capo della Pc - non è autorizzata, è una misura non ancora operativa, bisogna rispettare le regole di prudenza e stare in casa».
La situazione attuale, ha concluso, consente però di «dare un po' di respiro alle strutture sanitarie e alle terapie intensive: si stanno alleggerendo di un carico di lavoro che ogni giorno era molto più forte e comportava sacrifici straordinari per trovare nuovi posti di ricovero e cura».
Aggiornamento delle 9. La più giovane vittima del virus in Fvg. Sono 1.799 i casi accertati positivi al Coronavirus in Friuli Venezia Giulia: questo il bilancio del bollettino reso noto, giovedì 2 aprile, dalla Protezione civile.
Sette i decessi, che portano a 129 il numero complessivo di morti da Covid-19. E fra questi figura anche la vittima più giovane fra quelle uccise dal Covid-19 in regione: si tratta di un autotrasportatore di 44 anni, Walter Rolando Rodriguez, per gli amici Rolo, che da tempo abitava a Polcenigo: non ce l’ha fatta nonostante due settimane di cure intensive all’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone.
Anche Gemona registra la prima vittima: si tratta di Andree Marie Schitz, di 73 anni, che prima di essere ospitata nella casa di riposo della cittadina viveva ad Alesso di Trasaghis. Originaria del Belgio, aveva sposato un friulano e, quindi, si era stabilita in regione.
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Aggiornamento delle 8.45. Respiratori e mascherine, è polemica. «È vero che la Regione Fvg aveva l'opportunità di acquistare mille respiratori e 500mila mascherine dalla Cina ma ha ignorato la segnalazione più volte inoltrata da un cittadino in contatto con un'azienda di Shanghai? È importante sgombrare il campo da dubbi simili».
È in sintesi quanto chiede la deputata Debora Serracchiani in un'interrogazione al presidente del Consiglio dei ministri, competente sul Dipartimento della Protezione civile, e al ministro della Salute, in seguito alla pubblicazione da parte di un quotidiano nazionale di un articolo in cui veniva fatto riferimento alla «possibilità di far giungere nell'immediato dalla Cina in Friuli Venezia Giulia 1000 respiratori e 500mila mascherine» mettendo in contatto la Regione con una azienda di Shanghai, grazie alla segnalazione di un cittadino residente nella provincia di Udine.
Una possibilità, secondo quanto riportato nell'interrogazione dell'esponente dem, «ignorata» dalla Regione Fvg. Oltre alla conferma dei fatti, Serracchiani chiede al Governo «se sia in grado di confermare che esisteva la possibilità per le Regioni di acquisire all'estero dispositivi di protezione individuali (Dpi) e ventilatori».
La parlamentare chiede anche se il Governo «a crisi conclusa, intenda avviare un'indagine per chiarire se la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia abbia attivato per tempo tutti gli strumenti a sua disposizione per tutelare la salute dei cittadini acquisendo Dpi e ventilatori disponibili sul mercato, oltre a chiedere l'intervento dello Stato, asseritamente insufficiente».
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