Esce di strada con la moto e muore a 58 anni: ecco chi era la vittima
Gianpietro Plozner, residente a Raveo era un’ex guardia penitenziaria con la passione per le moto. Attivo nella comunità a Raveo, ultimamente lavorava con una ditta di costruzioni

Unisce nel dolore due comunità la morte improvvisa, venerdì sera sulla strada statale tra Tolmezzo a Villa Santina, di Gianpiero Plozner a 58 anni in un tragico incidente in sella alla sua moto.
Sono quella di Raveo, dove ora viveva in via Beorchia con la compagna Carla, e quella di Timau, suo paese di origine.
Tutti lo chiamavano Gp (Gipi) e di lui hanno il ricordo di una persona disponibile a dare una mano. Aveva una passione per le moto, Gianpiero, e venerdì verso le 22, dopo il lavoro e un incontro con amici, stava rincasando, quando ha perso il controllo della sua Harley Davidson e l’impatto contro un muretto gli è stato fatale.
Lascia i figli Patrick, Alex e Iuri, la compagna Carla, la mamma Annamaria.
«Era mio amico – lo ricorda Luca Piacquadio, direttore del Museo della Grande Guerra di Timau – da quando avevo 4 anni e arrivò a Timau. Ha fatto tante cose. È stato camionista per cave locali, a 20 anni è andato militare, come paracadutista, quando è tornato ha fatto la guardia penitenziaria. Qua gli volevano bene, era vivace, ma di buon cuore».
«Era – lo ricorda il consigliere regionale ed ex sindaco di Paluzza, Massimo Mentil – un ragazzo dal cuore d’oro che viveva tutto a mille. Dispiace alla comunità quanto è accaduto a Gianpiero».
«Siamo tutti sconvolti – afferma il sindaco di Raveo, Daniele Ariis – l’avevo rivisto alla manifestazione “Voci Fragili” a Raveo, è venuto a salutarmi.
Sempre disponibile, si è raccomandato di chiamarlo a “Sapori di Carnia”, come ai vecchi tempi, per venire a dare una mano. «E se hai altre occasioni e manifestazioni dove vi serve, tu chiami e io arrivo subito» mi ha detto.
Da quando era arrivato a Raveo, aveva subito partecipato alla vita sociale del paese, dando una mano a “Sapori di Carnia”. Dava una mano a Cjase di Zanet: lo chiamavo e veniva con noi ad allestire il borgo, a risistemare tutto dopo la festa.
Che fra l’altro quello è il borgo dei piatti con i prodotti di Timau e quindi era ancora più contento».
Gianpiero era tornato a vivere a Raveo da qualche mese dopo la parentesi degli arresti domiciliari a Timau legati all’inchiesta giudiziaria che lo aveva coinvolto, come guardia penitenziaria, sull’introduzione al carcere di Tolmezzo di cellulari e altro materiale per i detenuti.
«Forse nella sua bontà – osserva Ariis – era un po’ ingenuo, cosa che in certi ambienti non puoi permetterti.
Da noi è sempre stata una persona cordialissima, generosa, molto operosa, disponibile e di buon cuore. Adesso era tornato a fare il suo vecchio lavoro – continua Ariis – con un’impresa di costruzioni stava demolendo la vecchia Dormisch a Trieste. Mi ha detto che era felicissimo».
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