I Servizi sociali con Maniago: Gabriella Ius attacca la giunta

L’ex capogruppo del Pd: «Benvenuti al Nord, noi l’avevamo sempre detto» Con una delibera, il Comune ha detto addio alla collaborazione con San Vito



«Benvenuti al Nord. Noi lo avevamo sempre sostenuto»: è il singolare slogan, scelto dalla consigliere comunale di “Spilimbergo democratica” ed ex capogruppo del Pd, a commento della decisione assunta dal consiglio comunale che, all’unanimità, deliberato il passaggio dei Servizi sociali all’Uti dell e Dolomiti friulane, in pratica riavvicinandosi al Maniaghese.

Un atto di natura burocratica, ma che nella sostanza riavvicina il Comune di Spilimbergo al Maniaghese, soprattutto, alle municipalità della Val Cosa e Val d’Arzino, andando a ricostituire quell’unità della città del mosaico con il suo storico mandamento frantumata dal momento in cui, nell’autunno di quattro anni fa, l’allora giunta guidata dal sindaco Renzo Francesconi aveva deciso di aderire alla nascente Unione territoriale intercomunale Tagliamento, con sede a San Vito.

Pur avendo il Comune di Spilimbergo stabilito di non approvare lo Statuto dell’Uti Tagliamento, rimanendone fuori, per quanto riguarda l’esercizio delle funzioni del servizio sociale dei Comuni, si è avvalso sinora dell’Uti Tagliamento. Da qui in avanti non sarà più così ma per Ius è una soluzione arrivata decisamente in ritardo: «Già marzo del 2015, in qualità di capogruppo del Pd, presentai un ordine del giorno in cui venivano illustrate le motivazioni di ordine territoriale, culturale, economico e socio-assistenziale per le quali il nostro gruppo riteneva naturale e conveniente, per i cittadini di Spilimbergo, aderire all’Uti delle Valli e Dolomiti friulane».

Alla nostra tesi – prosegue Ius – sono state opposte eccezioni di poco valore, tant’è che alcuni consiglieri e assessori di maggioranza nei loro interventi espressero del rammarico e dispiacere nell’abbandonare il mandamento da cui le loro famiglie hanno avuto origine. Qualcuno però, sicuramente meno romantico, li convinse a votare diversamente». Un voto contrario, tout court, alla legge regionale 26. Da qui la scelta verso l’Uti del Tagliamento, pur tuttavia senza aderirvi non avendone, la stessa maggioranza, mai approvato lo Statuto e divenendo così “Comune ribelle”.

«Le conseguenze di ordine organizzativo e amministrativo sono note a tutti – sottolinea Ius –. Tra gli effetti conseguenti il cambio di Ambito territoriale socio-assistenziale e, non scordiamolo, il matrimonio tra la zona industriale Nord con la zona industriale Ponte rosso di San Vito».

«La delibera è stata votata all’unanimità per garantire l’efficacia, l’efficienza e l’uniformità sul territorio comunale dell’erogazione dei servizi sociali ma tale garanzia – ribadisce il consigliere di centrosinistra –, doveva essere l’obiettivo già di allora, perché questo è il dovere dell’agire del buon amministratore, operare scelte positive per i propri cittadini. Se ciò non è stato raggiunto in questi anni, significa che allora si è fatto un errore di valutazione. Quattro difficili anni di incertezze, di difficoltà organizzative, di perdita di utenza e di contrazione di servizi collaterali».

«Chi ne ha pagato e ne pagherà le conseguenze? I cittadini e gli operatori, come sempre – conclude Gabriella Ius –. Per rimediare alla sofferenza prodotta sul territorio non basta un colpo di spugna o uno slogan ben costruito». —



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto