I sacerdoti in prima linea anche nei funerali Covid-19 Circolare fuga tutti i dubbi
IL CASO
Sono migliaia, in tutta Italia, i sacerdoti che hanno contratto il Covid-19. Dal primo giorno della pandemia ne è morto in media uno ogni giorno e mezzo. Il tributo dei sacerdoti diocesani al Covid assume proporzioni sempre più imponenti, scavalcando – secondo il quotidiano cattolico Avvenire – la soglia delle duecento vittime, di cui più di 80 solamente nella cosiddetta seconda ondata. Se nella prima il lockdown aveva riguardato anche la celebrazione dei riti, dalla scorsa primavera le chiese sono aperte alle diverse funzioni liturgiche, seppure con il rispetto di tutte le precauzioni legate al distanziamento sociale e al rischio assembramenti. I sacerdoti, insomma, sono sempre rimasti in prima linea: incontrano le persone, si relazionano. E dunque sono una categoria “a rischio”.
Un tema delicato, seppure rimasto sempre “sotterraneo” in questi mesi di emergenza è poi quello della celebrazione in chiesa delle esequie dei defunti a causa del Covid. Un argomento su cui vi è stata molta confusione, dal momento che inizialmente i funerali dei morti con coronavirus non potevano essere celebrati in presenza della bara, a tutela della salute dei presenti, ma soltanto direttamente nei cimiteri. Consentita, invece, la celebrazione di una messa in presenza delle eventuali ceneri del defunto sottoposto a cremazione. Ma non sempre vi è stato un univoco rispetto delle regole e vi sono stati funerali di defunti-Covid celebrati in chiesa “in presenza” della bara. Colpa di un conflitto normativo fra i vari Dpcm e le successive circolari e approfondimenti emanati dal Comitato Tecnico-Scientifico. Una nota e storica impresa del territorio, la Remigio Preschern di Gradisca – sempre attenutasi alle regole più stringenti – ha chiesto lumi al Servizio Prevenzione della Regione e, di riflesso, al ministero della Salute. Che solo recentemente – con una circolare dello scorso 11 gennaio – ha sgomberato il campo dai dubbi: i funerali in presenza della salma di un defunto Covid possono essere celebrati in chiesa: “Tutte le norme in materia di salme e cadaveri contaminati, riconducibili a norme sanitarie e disposizioni specifiche dell’autorità sanitaria, sono finalizzate a garantire la chiusura in sicurezza del feretro, a prescindere dalla celebrazione o meno di veglie ed esequie” è il parere regionale che riprende a sua volta gli approfondimenti ministeriali. “Nei decessi avvenuti nelle strutture sanitarie, prima dell’arrivo del personale incaricato del trasporto funebre, il personale sanitario deve provvedere all’isolamento del defunto all’interno di un sacco impermeabile sigillato e disinfettato esternamente per ridurre al minimo le occasioni di contagio durante le operazioni di incassamento del feretro, successivamente chiuso e sottoposto a disinfezione esterna sia superiormente, sia lateralmente che inferiormente”. —
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