I racconti e le leggende della notte di San Giovanni FOTO 1 - 2

In largo dei Pecile a Udine si è creata un’insolita aula all’aperto, dove più di 150 persone hanno potuto ascoltare un docente di antropologia
Udine 23 giugno 2013 Largo dei Pecile Lezione sulle Erbe di San Giacomo. © Foto Petrussi Foto Press / Ferraro Simone
Udine 23 giugno 2013 Largo dei Pecile Lezione sulle Erbe di San Giacomo. © Foto Petrussi Foto Press / Ferraro Simone

UDINE. In Largo dei Pecile si è creata ieri pomeriggio un’insolita aula all’aperto, dove più di 150 persone hanno potuto ascoltare, per iniziativa del comitato Zona Pecile, alcune verità sulla notte di San Giovanni direttamente dalle parole del professor Gian Paolo Gri. Una lectio a cielo aperto, dove il docente di antropologia si è lasciato andare tra racconti leggendari e vere testimonianze derivate dai processi seicenteschi alle presunte streghe, ancora custoditi negli archivi udinesi.

C’era Caterina, perpetua del prete di San Cristoforo, trovata in catalessi chiusa a chiave nuda nella sua stanza, mandata all’inquisizione dai benandanti del quartiere oppure la Cappona, «una delle più famose streghe della Bassa friulana dei primi del ’600 – ha raccontato il professore - che raccoglieva il grano caduto nei campi nella notte di San Giovanni e poi lo impastava con la rugiada e le erbe per farne focacce da distribuire ai paesani».

Tante storie, che sono servite ai presenti per ricordare la forza dei rituali e delle tradizioni popolari, legate non solo alla divinazione, ma anche alle erbe. «La notte di San Giovanni è molte cose che si mescolano assieme. È salute, estetica, un calendario che raggiunge picchi di potenza e attenzione al mondo delle piante».

Insomma, nel periodo del solstizio d’estate, una carica di forza che si concentra in una notte mistica, che oggi ha però perso gran parte della sua valenza, ma che grazie all’iniziativa del comitato dei commercianti di Largo dei Pecile è però tornata d’interesse.

«Le celebrazioni legate alla notte di San Giovanni, rituali con erbe, con acqua e con fuoco, resistono solo nel Friuli orientale, nelle Valli del Natisone. Dopo il 1927 infatti – ha spiegato Gri - il Friuli ha deciso di far vincere il fuoco dell’Epifania eliminando quello di San Giovanni, che però vive ancora in mezza Europa».

La sua forza, nonostante la Chiesa abbia deciso – come raccontato dall’antropologo - di contrapporle la festa per la natività di Gesù, che cade proprio al suo opposto sei mesi dopo nel periodo del solstizio invernale, ha però destato tanto interesse nei molti curiosi che ieri hanno affollato Largo dei Pecile.

Vuoi per pura curiosità, vuoi per scaramanzia, sono stati tanti infatti a partecipare all’iniziativa. Dopo la chiacchierata con Gri, il titolare dell’agenzia di viaggi Spada Maurizio Racchelli ha infatti donato i mazzetti di San Giovanni, composti dalle erbe colte durante la notte, che hanno il potere di scacciare la cattiva sorte.

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