I profughi puntano il Fvg: primi arrivi con il treno

Il Sap: una cinquantina in questi giorni, segnale che preoccupa

UDINE. Dopo settimane di ingressi zero, in questa settimana sono ricominciati gli arrivi dal valico di Tarvisio. Almeno una cinquantina le persone che nel corso della settimana sono arrivate dall’Austria in Treno e sono scese alla stazione di Udine.

A darne notizia è stato ieri il segretario regionale del Sap (Sindacato autonomo di polizia), Olivo Comelli, che oggi fornirà altre e più dettagliate informazioni, anche in virtù di quanto gli sarà riferito sia dai colleghi austriaci sia da quelli sloveni su quello che definisce «un segnale inquietante». Inquietante «perché dopo tantissimi giorni significa che qualcosa sta cambiano al confine con l’Austria. Il fatto poi che si sia trattato di arrivi in treno potrebbe preludere ad arrivi più massicci e organizzati. Sì, credo si tratti di un segnale che deve cominciare a preoccupare».

Preoccupazioni, del resto, già espresse ieri dal deputato del Pd, Giorgio Brandolin che avevano fatto seguito alle dichiarazioni del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che riferendosi al fatto che il flusso di profughi dai Balcani potrebbe puntare adesso verso il Fvg, aveva parlato di situazione di «massima allerta». Occhi puntati dunque sia da parte del Viminale, sia delle prefetture e delle questure della nostra Regione su quanto sta accadendo oltre confine, in particolare dopo che lì’Austria ha deciso predisporre barriere a sinistra e a destra dei valichi confinari con la Slovenia.

Slovenia: centinaia di rifugiati scavalcano le barriere al confine

La frontiera tra Slovenia e Austria continua, dunque, a rappresentare il collo di bottiglia della rotta balcanica dei migranti che tentano di raggiungere l’Europa centrale, con migliaia di persone bloccate a temperature quasi invernali. Secondo i media di entrambi i Paesi, la polizia austriaca ha impedito l’altra notte gli ingressi caotici e forzati da parte di un gruppo che ha tentato di superare le barriere in modo illegale. La situazione si è poi tranquillizzata.

E intanto, da parte sua l’agenzia slovena Sta riporta che nel centro accoglienza sul lato sloveno della frontiera, a Sentilj, circa 4.200 persone hanno atteso sempre l’altra notte che le autorità austriache riprendessero a consentire l’accesso ai migranti. A Dobova, in Slovenia, sempre l’altra notte sono arrivati tre treni con 3 mila rifugiati a bordo. In vari centri in Slovenia si trovano circa 11mila rifugiati, tutti intenzionati ad andare in Austria e Germania o Paesi scandinavi, secondo quanto riferito sempre dall’Agenzia Sta.

Secondo i pessimisti, sono certi che in Fvg sia cominciato il countdown. La Regione è in costante contatto con le autorità dei Paesi confinari oltre che, naturalmente, con il Viminale. Lo stesso Brandolin sempre aveva fatto sapere che in caso di emergenza in pochi giorni diverse strutture del demanio militare potrebbero essere messe in grado di ospitare i profughi.

Sono almeno otto quelle sulla quali prefetture e assessorato hanno fatto le dovute valutazioni dopo vari sopralluoghi. Oltre alla caserma Cavarzerani, di Udine, che già ospita quasi 300 profughi, anche la Friuli potrebbe essere quasi di pronto utilizzo. Lavori sono invece già pianificati nell’ex caserma Monti di Pordenone. Per la Cavarzerani e la Monti, la Regione pensa a due hub (ambulatorio medico per il primo screening sanitario) e ufficio di polizia e prima accoglienza.

Immigrati nelle caserme tra dubbi e critiche

Resta sempre incerto il possibile utilizzo del “casermone” Lamarmora di Tarvisio, sul quale pesa sia la netta contrarietà di sindaco e popolazione sia la richiesta di acquisto da parte di un privato, e dell’ex caserma dei carabinieri al confine di Fusine Laghi con la Slovenia.

Nel mirino del piano per l’eventuale emergenza ci sono anche i 24 appartamenti di Chiusaforte che il demanio si è più volte rifiutato negli ultimi vent’anni di trasferire al Comune e l’ex caserma di Purgessimo che ha già fato andare sulle barricate Forza Italia. Infine, come conferma il sindaco di Gorizia, Ettore Romoli, anche la caserma di Lazzareto nella zona di Muggia rientra in questo elenco.

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