I Mori sono “a casa”, più muscolosi di prima

UDINE. I Mori sono tornati sulla torre dell’orologio, ma non battono ancora le ore. Bisognerà attendere qualche giorno prima di sentire nuovamente riecheggiare, in piazza Libertà, i rintocchi dei martelli sulla campana. Il tempo necessario per ripristinare gli ingranaggi delle due statue e dell’orologio Solari. Ieri, la delicata operazione ha impegnato le maestranze delle imprese Del Bianco e Midolini per l’intera giornata, tant’è che al sopraggiungere del buio mancava da posizionare ancora la testa di uno dei due giganti. Sarà collocata oggi e agli udinesi non passeranno inosservate le due pupille d’acciaio fissate al posto degli occhi dove in origine c’erano le viti.
Erano da poco passate le 9 quando ha preso il via il viaggio di ritorno dei due giganti restaurati da Francesca Malatesta, Domenico Ruma, Fabio e Ivano Comelli, nel tempietto ai caduti. L’intervento esteso anche alla cupola del tempietto e al porticato del Lippomano, è stato finanziato dal gruppo Danieli con 200 mila euro. Realizzato in tempo da record, il restauro delle statue è stato eseguito a porte aperte per consentire ai cittadini e ai turisti di seguire passo dopo passo le lavorazioni. Senza contare che, lo scorso autunno, per un fine settimana, la prima statua restaura è stata esposta al fianco di quella ancora da restaurare. Nessuna sorpresa quindi, ieri, quando i due Mori sono usciti dal tempietto ai caduti stesi sui carrelli senza le rispettive teste.

Nel terrapieno di piazza Libertà illuminato da un sole quasi primaverile, le due statue sono state imbragate con le catene e, una alla volta, sollevate in orizzontale per poi scendere ai piedi della torre dell’orologio. Qui è stata modificata l’imbragatura per sollevare i due Mori in posizione verticali e collocarli nella loro sede naturale, in cima alla torre dell’orologio. Sostanzialmente è stata ripetuta la stessa procedura seguita tre mesi per calare le due statue dalla torre. È stata ripetuta al contrario con qualche attenzione maggiore, tant’è che per vedere entrambe le statue sulla torre la gente, arrivata numerosa in piazza, ha dovuto attendere il primo pomeriggio. Positivi i commenti: l’impatto dei due Mori tirati a lucido, è proprio il caso di dirlo, ha convinto i più. In piazza si sono fermati un po’ tutti: dai bambini agli adulti incuriositi dalle due statue alte 3,25 metri che “volavano” in aria.
Rispetto al passato, ora i due giganti sono molto più evidenti. Lo sono perché «il color verde rame mischiato alle macchie nere di ossidazione - spiega Ruma della Laar - rende più leggibili le linee delle due sculture».
Ma torniamo all’intervento realizzato a distanza di quasi 30 anni dall’ultima volta in cui i due Mori scesero dalla torre per sottoporsi a restyling. Era il 1987 quando la torre danneggiata dal terremoto del 1976 richiese un intervento strutturale. Composti da 27 parti montate attorno a un telaio, i due Mori pesano circa 500 chilogrammi cadauno. Sono stati realizzati nel 1850 dallo scultore Vincenzo Luccardi di Gemona.
Una volta portate a terra, le statue sono state smontate, ripulite e consolidate. Un’operazione che va a completare il restauro dei monumenti tra il colle del castello e piazza Libertà reso possibile dall’investimento privato. Non va dimenticato, infatti, che il gruppo Danieli aveva già sponsorizzato il restauro del campanile e dell’Angelo del castello.

Quello dei Mori è un intervento destinato a passare alla storia non solo perché, per la prima volta, il tempietto ai caduti è stato trasformato in un laboratorio a porte aperte, ma soprattutto perché ogni fase del restauro è stata documentata dagli studenti del liceo artistico Sello che hanno realizzato un video con tanto di interviste fuori campo. Un’operazione trasparenza che, a breve, culminerà con l’organizzazione di una mostra che coinvolgerà l’intera città.
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