I Magredi “invasi” dai militari

PORDENONE. Tutelati da un punto di vista ambientale, i Magredi sono in realtà in grave pericolo. Lo afferma il Forum delle associazioni ambientaliste, composto da 16 onlus con più di 1.700 sostenitori che si è riformato (dopo un periodo di attività negli anni Novanta per contrastare l’Italian Baja) per affrontare il tema della firma del nuovo disciplinare d’uso dell’area addestrativa Cellina-Meduna che la Regione intende sottoscrivere con le autorità militari e per tenere alta l’attenzione anche su altre problematiche ambientali.
Quello che l’assessore Mariagrazia Santoro siglerà a breve comporterà un aumento delle attività addestrative militari, dal punto di vista sia quantitativo sia qualitativo. Ne hanno parlato ieri i rappresentanti delle associazioni.
Il loro portavoce Gabriele Stefani, vicepresidente dell’Associazione naturalistica cordenonese, ha puntato l’accento su due aspetti principali: la novità assoluta è l’autorizzazione agli aviolanci di mezzi in un’area target «con un margine di errore di qualche centinaio di metri, incrementando così gli effetti di disturbo generati dalle necessità di prelevare i mezzi, che per problemi di sicurezza verranno lanciati senza motore, con veicoli delle dimensioni di un Tir, incrementando i danni al manto erboso».
L’area in questione è quella che si estende a sud del guado di San Foca e Vivaro, «a ridosso dei delicati prati stabili e del magredo primitivo».
«Il disciplinare d’uso – proseguono le associazioni –, anziché prevedere un’effettiva e graduale diminuzione della pressione esercitata da parte dell’esercito, favorirà nuove attività fortemente impattanti, come il lancio di carichi pesanti. Tali lanci saranno effettuati proprio nel cuore del sito protetto dall’Unione europea».
Non di poco conto le specie animali che potrebbero avere effetti negativi da questo aumento delle attività umane. Qui, infatti, nidificano gli occhioni, è presente un dormitorio delle albanelle reali nel periodo invernale ed è anche stata appurata la presenza dello sciacallo dorato.
Oltre a questo aspetto, sono previsti 115 giorni di esercitazioni militari, un numero che dagli anni Novanta è andato progressivamente a crescere. «Sembra di avere un’Italian Baja 365 giorni l’anno», hanno commentato le associazioni, le quali chiedono all’assessore regionale Santoro la riduzione delle attività militari specialmente da aprile ad agosto e il lancio dei paracadutisti soltanto al Dandolo e, qualora questo avvenisse anche nei Magredi, solamente d’inverno e di giorno.
Inoltre chiedono di evitare che i mezzi militari escano dalle piste, ripristinare l’ambiente dai danni dei cingolati, eliminare il taglio invernale della campagna Ventunis (vi sono presenti l’albanella e il gufo di palude), istituire monitoraggi ornitologici, aumentare i controlli delle guardie forestali, rimuovere i rifiuti abbandonati da parte dei militari, nonché i pezzi di plastica rossa (usata in edilizia) appesi come segnavia.
Tutte istanze presentate a Santoro con la quale i rappresentanti delle associazioni contano di parlare al più presto.
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