I magnifici otto dell'Hotel Moderno raccontano i segreti dei vip

PORDENONE. «Il Moderno sta a Pordenone come il Grand Hotel a Rimini». Equazione e sentimento alla Fellini, ieri in città, tra i “magnifici otto” che hanno vissuto circa 20 anni di storia e ospitalità all’Hotel Moderno, lavorandoci.
Portieri, maitre di sala, segretari, factotum, ma soprattutto amici, con l’ex direttore Onelio Buttò che ha gestito l’hotel dal 1983 al 1999. «I vip – racconta – passavano tutti di qui e scendevano al Moderno».
All’appello con Buttò, ieri per lo spritz al Posta, c’erano gli altri sette “ex”: il direttore Rino Tognato, in servizio dal 1999 al 2005, Rino Fignon, ex maitre di sala, Luigi Zambon, portiere dal 1961 al 2005, Diego Poffo, capo-ricevimento dal 1981 al 2005, Pietro Povoledo, portiere dal 1986 al 2004, Paolo Sgobba, assistente del direttore dal 1982 al 2007 e Norgino Cusan portiere e segretario dal 1985 al 1998.
«Ogni tanto ci troviamo – raccontano rigenerando gli anni mitici della Pordenone “da bere”, quando le aziende tiravano –. Un pranzo, quattro chiacchiere tra amici e ciao, ci aggiorniamo alla prossima rimpatriata. Abbiamo visto radere al suolo il vecchio teatro Verdi e la polvere ce la siamo sentita addosso per giorni. Finestre chiuse, ma entrava lo stesso. La rinascita del Verdi è stata decisamente meglio».
E fioccano le storie dei vip, come «i presidenti Ciampi e, prima ancora, Pertini, scesi al Moderno con scorte blindate. Pertini era simpatico, Ciampi più austero».
E poi le dive dello spettacolo: «Bo Derek, impegnata in uno show alla Base di Aviano, fantastica. E attori di fascino in cartellone al Verdi: Paola Gasmman e suo marito Ugo Pagliai, un uomo davvero interessante».
I capricci? «Si perdona tutto alle star, va da sé. Di solito gli ospiti chiedono stanze con affacci pittoreschi e silenzio assoluto. E’ difficile combinare le due cose. Il povero Abbado aveva questo assillo».
E le mance? «Capitolo chiuso negli anni Ottanta – ridono gli ex ragazzi del Moderno –. Sparite come una meteora, da almeno 30 anni».
Una battuta su tutte? «Quella di Paola Borboni, vedova di un marito-ragazzo: tutti credevano che morissi io...».
Storie incardinate a lato del tessuto della città. «Tra gli intellettuali, il giallista Camilleri batte tutti. Caloroso, simpatico... Personalizzava le dediche sulla copertina dei suoi gialli». Un pittore da ricordare? «Zigaina».
Impeccabili e con infinite conoscenze in fatto di treni, strade da percorrere, fiorai, show, numeri di telefono e muse, hanno concluso svelando la loro ricettai.
«Bisogna essere sempre attenti ad anticipare i bisogni degli ospiti. Ma ormai l’età dell’oro degli hotel, a Pordenone, è passata con il boom industriale». Ora restano la crisi e un mondo tutto diverso.
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