«I giovani hanno ridato vita agli Earth Wind & Fire»

Al McKay racconta la rinascita della band in concerto al Verdi di Gorizia

GORIZIA Quarantaquattro anni (sul palcoscenico) e non sentirli. Tanto da ritornare sulla bocca - e nelle orecchie - del grande pubblico nel 2011, quando due dei loro successi (September e Boogie Wonderland) sono stati scelti per la colonna sonora del film “Quasi amici – Intouchables”, candidato al Golden Globe 2013 come miglior film straniero.

Solo l’ultimo capitolo della lunga e avvincente storia degli Earth Wind & Fire che, per l’occasione guidati da una leggenda della chitarra come Al McKay, si esibiranno per la prima volta in carriera a Gorizia, venerdì 3 alle 20.45, apriranno la mini tournèe italiana di due sole tappe (l’11 maggio saranno ospiti del Vicenza Jazz) con il concerto che chiuderà la stagione artistica del teatro Verdi.

Creati dal cantante e polistrumentista Maurice White nel 1969, a Chicago, gli EW&F sono “decollati” nel 1973, quando entrarono nella band il cantante Philip Bailey e il chitarrista Al McKay. Gli EW&F furono per tutto il resto degli anni Settanta e i primi Ottanta i campioni del funk. A renderne incontenibile il successo fu la rigogliosa miscela della loro musica, capace di abbracciare soul, R&B, jazz, fusion, pop, disco: gli EW&F hanno trasformato la black music nella sua interezza in un enorme spettacolo, dalle melodie memorabili, i falsetti sovracuti, le armonie celestiali. La componente ballabile delle loro canzoni li ha resi un modello canonico per la musica dance; non per nulla i loro spettacoli sono sempre stati caratterizzati da un grandioso senso della messa in scena coreografica.

Il 1983 è il punto di svolta della storia della band, che inizia a disgregarsi. Da allora si sono viste varie reunion, che oggi devono fare i conti con la scomparsa di alcuni membri, oltre che con la malattia di Maurice White, che da molto tempo non si esibisce più dal vivo.

Al McKay, che è stato protagonista fondamentale degli anni d’oro degli EW&F (i quali, dopo la sua uscita, non hanno più avuto lo stesso sound), riporta ora in scena il repertorio storico della formazione. McKay (nato a New Orleans nel 1948) prima di legare il proprio nome agli EW&F aveva fato parte delle band di Ike e Tina Turner, Sammy Davis Jr., Isaac Hayes. Durante la sua permanenza negli EW&F tra il 1973 e il 1981, fu artefice del tipico suono della band, nonché autore di diversi brani di enorme successo, come September.

- Un matrimonio che, dopo il divorzio, sarà ricelebrato proprio in occasione della tournèe italiana, un paese rimasto nel cuore degli EW&F, come ammette lo stesso Al McKay.

«Noi amiamo l'Italia, molti di noi da tempo volevano tornarci e appena se ne è presentata l'occasione non ci abbiamo pensato nemmeno un istante».

- In una sola parola cosa anima gli EW&F?

«La musica. Che per tutti noi non è solo lavoro, divertimento, arte: è vita, è comunicare con i sensi».

- Ci presenta la band “Earth Wind & Fire experience feat Al McKay" che si esibirà a Gorizia?

«I cantanti sono Claude Woods, Tim Owens e DeVere Duckette , al sax Ed Wynn, alle trombe Luis Gonzalez, Omar Peralta, Justin Kirk (trombone), i tastieristi sono Ben Dowling a Dean Gant, mentre al basso elettronico abbiamo Aaron Haggerty e Freddie Flewelen. Alle percussioni David Leach, alla chitarra io, Al McKay».

- State registrando in studio nuovo materiale: la presenza di canzoni come September e Boogie Wonderland nella colonna sonora del film “Quasi amici – Intouchables”, ha ridato vita alla band?

«Abbiamo indubbiamente molto piú seguito ora, il film Intouchables ha fatto riscoprire alla gente September, che ho scritto con Maurice White, e Boogie Wonderland, che abbiamo prodotto insieme. La cosa piú sorprendente è che ora si vedono tanti giovani ai nostri concerti, tutta gente che si sta innamorando di questa musica, la nostra musica. Un qualcosa che ci ha ridato vita, è vero, perché riuscire a coinvolgere più generazioni è il più grande successo per chi fa musica».

- Quanto è cambiata la musica dagli anni Settanta?

«Questo è il tempo dell'Hip Hop e del Rap: un mondo diverso rispetto al nostro. La nostra, e quella dei nostri tempi, è un musica più melodica, dove lo strumento musicale e chi lo suonava aveva molta più importanza rispetto a oggi, dove regnano l'elettronica e le nuove tecnologie. Forse era una musica più vera, più interiore per certi versi, ma non voglio certo criticare la musica moderna: la musica è un linguaggio universale ed è giusto che ogni generazione si esprima a suo modo».

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