I genitori dell’amico: «Vicenda allucinante»

L'omicidio Gobbato. Maria e Gianni Ortis a tarda sera erano ancora in caserma con il figlio. Il legale udinese: siamo sconvolti, non riusciamo a darci una spiegazione

UDINE. Un piccolo trillo e il rumore metallico della porta che si apre. Al primo piano della stabile al civico 26 di via T. Ceconi c’è lo studio della coppia Maria Biancareddu e Gianni Ortis. All’ingresso - il volto stravolto dal dolore - c’è un’impiegata in lacrime. I suoi singulti spezzano il silenzio assoluto del grande ufficio. «Gli avvocati non ci sono. Sono entrambi al comando dei carabinieri, per adesso sono sola e non mi hanno detto quando rientreranno. Mi lasci pure il suo numero di cellulare», riesce a riferire con un filo di voce. Tentenna il capo, faticando a interloquire. «Una ragazza straordinaria – riesce a dire ancora –, una ragazza brava davvero, questi giorni non lavorava perché stava preparando l’esame di Stato».

Silvia Gobbato aveva “bussato” allo studio Ortis oltre 4 anni fa. Come tanti laureati chiedeva di poter svolgere lì il praticantato che le avrebbe consentito di accedere all’agognato esame di Stato. Quella ragazza timida ma preparata era subito piaciuta alla coppia di avvocati che ne aveva intravisto le grandi doti e la passione per lo studio. Silvia seguiva con la Biancareddu il diritto di famiglia, campo sul quale era sua intenzione intraprendere la futura carriera di avvocato ormai alle porte.

L’avvocato Ortis, raggiunto telefonicamente al Comando dei carabinieri di viale Trieste dove si era recato assieme alla moglie per stare accanto al figlio Giorgio, parla di una «ragazza straordinaria, bravissima, dolce. Ma soprattutto era preparata, sempre desiderosa di dare il massimo. Agli scritti era risultata addirittura la seconda migliore. Il prossimo 7 ottobre avrebbe affrontato gli esami e non ho dubbi che sarebbe stato per lei un altro, grande e meritato successo».

Sono circa le 14.30. Gianni Ortis e sua moglie Maria Biancareddu si apprestano a pranzare nella loro abitazione dopo una lunga mattinata di lavoro. Giorgio li avrebbe dovuti raggiungere di lì a poco. In quel momento arriva una chiamata al cellulare della donna. Gianni nota che la moglie cambia volto improvvisamente e intuisce che dev’essere accaduto qualche cosa di grave. All’altro capo c’è il figlio Giorgio. Parla concitatamente con la voce spezzata e riferisce che Silvia probabilmente è stata uccisa. I coniugi partono immediatamente alla volta dell’ippovia, all’imbocco tra Colugna e Plaino. Il figlio quella mattina era stato in studio regolarmente.

Poi aveva deciso di andare a correre, come spesso fa nei ritagli di tempo. E come spesso accadeva lo accompagnava Silvia, che pure amava fare qualche sgambata all’aria aperta. «Quando siamo arrivati sul posto c’erano diverse persone, tra cui il giovane che aveva fatto la terribile scoperta. Mio figlio era scosso, stravolto dal dolore. Dalle poche parole che è riuscito a dirmi, mi ha riferito che si sentiva in colpa perché aveva accelerato la corsa, lasciando sola Silvia».

Gli amici che vanno a fare sport con lui confermano che quando Giorgio correva con Silvia era sua abitudine, a un certo punto, accelerare l’andatura e dare appuntamento alla ragazza in un posto più avanti. Ieri, non vedendola arrivare - questo quanto riferito da lui stesso – era tornato indietro preoccupato. Poco dopo Giorgio Ortis, assieme ad altri testimoni, è stato accompagnato nella caserma dei carabinieri di viale Trieste. Quindi, la lunga audizione cominciata verso le 15.30 e in serata, senza la presenza degli avvocati, era ancora in corso. Ad attenderlo i genitori.

«No - dichiara l’avvocato Gianni – non mi sono fatto alcuna idea, non so davvero cosa dire. Mi sembra un fatto così alluncinante, così incredibile che non riesco a pensare a nulla. E non penso a nulla, perché non so davvero cosa pensare. Sono semplicemente sconvolto. Io e mia moglie resteremo qui finché termineranno le audizioni di tutto il gruppo», persone che appunto venivano ascoltate dagli inquirenti come testimoni informati sui fatti. Giorgio Ortis e Silvia Gobbato, oltre che lavorare nello stesso studio, erano molto amici.

Chi li conosce non esclude che tra loro ci fosse una relazione. Silvia, tra l’altro, non più tardi di un anno e mezzo fa aveva concluso un rapporto con un giovane che era durato diversi anni. La coppia aveva anche convissuto. Stando alle prime voci, era stato il ragazzo a decidere di troncare la relazione.

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