I dirigenti: «È giusto, trasmettiamo valori»

SACILE. «Vietati infradito, canottiere e pantaloncini». L’avviso è firmato dal dirigente Aldo Mattera all’ingresso del liceo linguistico Pujati: temperatura in salita e anche per l’esame di Stato non ci saranno deroghe sul “dress-code” a scuola. Regole per scegliere il vestito nell’armadio come nell’Isis Marchesini: per una questione di decoro.
«Il modo di vestire deve essere consono all’ambiente scolastico – consiglia Mattera –. Molte scuole hanno, giustamente, emanato delle circolari per invitare gli studenti a recarsi a scuola con un abbigliamento adatto al luogo e all’ambiente». Si tratta di una forme di rispetto e di decoro che accomuna tutti: docenti, compagni di classe e amministrativi.
Anche al liceo Leopardi-Majorana e nell’Isis Flora a Pordenone il decoro è una virtù. «Sobrietà – ha indicato spesso la dirigente Teresa Tassan Viol al Leopardi-Majorana – e semplicità».
Il giro di vite alle regole per vestirsi a scuola vale per quattro stagioni: vietati anche d’inverno i jeans con i buchi larghi. A scuola si entra con un abbigliamento che vale il rispetto altrui: il dirigente Alessandro Basso all’Isis Sacile-Brugnera crede nel recupero dei valori. «La scuola è un’istituzione pubblica, dove si trasmettono valori e si educa al rispetto – ha detto Basso, che ora è consigliere regionale –. Non è un problema estetico, ma si tratta di diventare consapevoli. La scuola non è un locale notturno e nemmeno una palestra. La cura della persona è un valore: anche per gli adulti». Per esempio? «I ragazzi – ha aggiunto Basso – devono capire che ci sono ambienti dove non si può essere trasandati». Serve a scuola e anche nella vita professionale.
Semplici le misure da rispettare. «Ai docenti spetta la vigilanza degli studenti – Basso ha lasciato la delega sui controlli –. Devono dare il buon esempio dalle piccole virtù dello stile».
Anche nelle superiori di Pordenone: in principio la censura era anche sui leggins nell’Isis Flora, poi è arrivata per i bermuda. Vietati nelle aule del tecnico-professionale che fa tendenza in via Ferraris, dal 2013. «Gli studenti si presenteranno vestiti in modo adeguato – dice la circolare emanata cinque anni fa –. No a bermuda, infradito, abiti succinti. Abiti conformi alle attività: tuta in palestra e divisa nel corso enogastronomico».
Virtuosi fino in fondo anche nel liceo Leopardi-Majorana che detta le buone regole per tradizione classica. Correva l’anno 2007 quando il dirigente emerito Sergio Chiarotto poneva il veto su infradito, canottiere e bermuda in aula. Poi il “dress-code” blindato si era imposto due anni dopo alla media Centro storico: tutti in divisa, alla prima campanella 2009-2010. Il consiglio di istituto della secondaria di primo grado di via Gozzi aveva lanciato il progetto uniforme per 450 scolari. «È stata approvata il 29 giugno 2009 – indicava la circolare – la proposta della divisa scolastica».(c.b.)
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