I comitati sull’Aas3: troppi ritardi sul Piano attuativo

GEMONA. «Come mai il Pal 2018 non è stato ancora reso pubblico? Una settimana fa sembrava che l’assemblea dei sindaci lo dovesse approvare da un giorno all’altro, mentre oggi tutto tace». I comitati a difesa dell’ospedale San Michele intervengono in merito all’attuale situazione della sanità locale, partendo da un tema più che mai attuale, ovvero l’approvazione del Piano attuativo locale 2018 le cui linee direttive erano state presentate all’assemblea dei sindaci ormai un mese fa dalla direzione generale dell’Aas3 e che doveva essere portato in approvazione il 25 gennaio, ma ancora non si sa niente del documento con il quale si programmano i servizi sanitari per tutto l’anno.
Da qui i dubbi dei comitati: «Forse dovrà portare in approvazione un ulteriore deficit, come quello dell’anno scorso? Oppure si cerca disperatamente di annacquarlo con qualche artificio contabile? O magari, si aspetterà il 5 marzo? Come sono lontani i tempi in cui l’ex Azienda 3 non chiudeva mai i bilanci in negativo!». All’attenzione dei comitati gemonesi c’è anche il giudizio negativo espresso dalla Corte dei conti in merito agli esiti della riforma sanitaria regionale che, in questi anni, ha modificato il ruolo dell’ospedale San Michele, una riforma che i comitati locali hanno sempre avversato e ora sembrano ritrovarsi nelle note emesse dalla magistratura contabile, per quanto riguarda il territorio del Gemonese: «La Corte dei conti – osservano i comitati – vede il sistema regionale sanitario perdere posizioni, scendendo ancora nella graduatoria delle Regioni nelle classifiche nazionali. Un altrettanto pesante macigno – fanno notare – riguarda il fatto che «sempre in ambito ospedaliero, si evidenzia un lieve peggioramento nel 2016 rispetto al 2013, dell’indicatore relativo al Percorso emergenza/urgenza». A tal proposito, i comitati evidenziano come tali considerazioni per loro si ritrovano nel ridimensionamento che a loro modo di vedere ha interessato il pronto soccorso gemonese, uno dei punti sempre più oggetto di attenzione a Gemona. «Un punto di valutazione incerto – osservano – rimane anche il livello di raggiungimento dell’obiettivo più ambizioso della riforma e cioè l’integrazione tra attività sanitaria territoriale e quella ospedaliera. Infine, il mancato utilizzo da parte dei medici di medicina generale del fascicolo sanitario elettronico e quindi il mancato cambiamento nei processi di cura primaria».
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