I 90 di Paola Del Din: «Io patriota sempre senza paura» FOTO

UDINE. «Sono una patriota, sempre senza paura. E sono determinata, è il mio carattere. Fin da piccola, a casa mia, non si parlava mai della paura, è una condizione che si mette nella testa dei bambini, ma non ha senso».
Paola Del Din Carnielli ha da pochi giorni tagliato il traguardo dei 90 anni (è nata il 22 agosto del 1923), ma non ha voluto celebrazioni ufficiali, fedele al suo stile di sobrietà. Il personaggio, però, nella storia della Resistenza, ha un posto di primo piano.
Lei, partigiana osovana, è una delle poche persone in Italia che possono vantare due medaglie d’oro al valor militare.
«Quella di mio fratello Renato (l’eroe che tra il 24 e il 25 aprile 1944, assieme ad altri compagni rimase ucciso durante un attacco notturno alla caserma della milizia fascista a Tolmezzo, ndr) ha il segno del lutto, perchè è alla memoria - dice -. L’altra, la mia, ha un piccolo paracadute sopra, per distinguerla».
Già perchè la medaglia che Paola Del Din porta al petto è stata frutto di un’azione audace, compiuta proprio grazie a un paracadute.
«Dopo aver svolto intensa attività partigiana nel Friuli nella formazione comandata dal fratello, ad avvenuta morte di questi in combattimento, viene prescelta per portare al Sud importanti documenti operativi interessanti il Comando alleato - si legge nelle motivazioni dell’onorificenza -. Oltrepassate a piedi le linee di combattimento dopo non poche peripezie e con continuo rischio della propria vita e ultimata la sua missione, chiedeva di frequentare un corso di paracadutisti. Dopo aver compiuto ben undici voli di guerra in circostanze fortunose, riusciva finalmente, unica donna in Italia, a lanciarsi col paracadute nel cielo del Friuli alla vigilia della Liberazione. Nel corso dell’atterraggio riportava una frattura alla caviglia e una torsione alla spina dorsale, ma nonostante il dolore lancinante, la sua unica preoccupazione era di prendere subito contatto con la missione alleata nella zona per consegnarle i documenti che aveva portato con sé. Negli ultimi giorni di guerra, benché claudicante, passava ancora ripetutamente le linee di combattimento per recapitare informazioni ai reparti alleati avanzanti. Bellissima figura di partigiana seppe in ogni circostanza assolvere con rara capacità e virile ardimento i compiti affidatile, dimostrando sempre elevato spirito di sacrificio e sconfinata dedizione alla causa della libertà».
«C’è poco da festeggiare i miei 90 anni - racconta -. La mia vita prosegue come sempre. Abbiamo fatto un brindisi con gli amici osovani, con figli e nipoti, è stata una cosa in famiglia. Io continuerò a partecipare alle cerimonie dove mi invitano. Domenica sono stata sul monte Bernadia per il raduno alpino, il 15 settembre sarò a Cargnacco per il ricordo dei Caduti in Russia, appuntamento che non ho mai mancato».
La patriota partigiana è nata a Pieve di Cadore, da genitori veneti, ma dal 1933 abita ininterrottamente a Udine, a parte una breve parentesi a Bologna per seguire la carriera del padre, il generale Prospero Del Din. Anche l’Associazione partigiani Osoppo (Apo) ha voluto celebrare l’importante genetliaco.
«La professoressa Paola Del Din - si legge in una nota del presidente Cesare Marzona - con piglio giovanile e spirito combattivo a 90 anni, difende ancora i valori di un’Italia che molti hanno dimenticato, non temendo contestazioni e proteste affrontate con lo stesso stile e il grande amore per la libertà di quando, inerme ragazza, sfidò le armi naziste nelle pericolose azioni della guerra clandestina. Ne applaudiamo l’impegno e l’esempio per le nuove generazioni».
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