Honsell e Rigotto: non sarà un altro centro commerciale

Discusso ieri in commissione il progetto di valorizzazione della Dacia Arena Ma l’opposizione resta preoccupata: «Possibili ripercussioni per la città»
Un progetto ludico, sportivo e ricreativo «non l’ennesimo centro commerciale», come hanno più volte precisato il direttore amministrativo dell’Udinese, Alberto Rigotto, e il sindaco, Furio Honsell. Lo stadio 2.0 prende corpo. Ieri è stato presentato in Commissione ambiente e territorio «lo studio di fattibilità per l’inserimento delle attività complementari a quelle sportive» nell’impianto della Dacia Arena. Diciassette milioni di euro l’investimento del privato in una superficie di circa 16 mila metri quadrati. Tra le nuove realtà previste una piscina a utilizzo di tutti i cittadini, con l’ipotesi di tariffe agevolate - «siamo già pronti a iniziare i lavori», ha detto Rigotto -, una palestra, una clinica medico - riabilitativa, un’area hospitality comprensiva di centro congressi, un museo dello sport friulano, gli uffici da destinarsi al Coni e ad altre società sportive, l’Udinese Store, ma anche bar, caffè, ristoranti, e una birreria.


I lavori avranno una durata prevista di due anni. Si ipotizza già nella stagione calcistica 2017/2018 l’avvio del 50% delle attività, che saranno a pieno regime a partire dal campionato successivo.


«Saremmo dei pazzi a costruire un centro commerciale in concorrenza con altri in questo momento – ha specificato Rigotto -. Quello che invece vogliamo realizzare è un’area per tutte le età e le famiglie, tanto che all’interno è prevista una parte ludica, una “Mini Gardaland”, dedicata ai giochi, non intesi come slot machine e videopoker, ma dedicata ai ragazzi». Nell’area della ristorazione ci sarà spazio anche per la promozione e vendita di eccellenze agroalimentari. «Insomma – ha ancora sottolineato il manager della società friulana – uno stadio pensato non solo per il calcio, ma capace di creare un polo di attrazione, aperto a tutti».


Il progetto sarà valutato in tre sedi diverse: la conferenza dei servizi preliminare, il consiglio comunale e la conferenza dei servizi decisoria che perfezionerà l’atto prima dell’inizio dell’intero cantiere. «Il parere del consiglio comunale sarà sovrano – ha dichiarato Honsell rassicurando tutti i consiglieri -. Potrà negoziare, fare le richieste e stabilire i paletti da dare al suo rappresentante in sede di conferenza dei servizi anche in materia di aree di pubblico servizio».


Perplessità sono state espresse dal centro destra e dal Movimento 5 Stelle sulle probabili ricadute che ci saranno sul centro storico. Vicenzo Tanzi (Forza Italia), Paolo Pizzocaro (Per Udine) e Claudia Gallanda (5 Stelle) nei loro interventi hanno chiesto come dialogherà l’impianto con l’intera città e se le attività saranno complementari. «Si rischia di impoverire le piscine comunali», ha commentato Gallanda, «e di creare un danno ai negozianti con forti ripercussioni per il commercio», ha sottolineato Pizzocaro. «Non è un’operazione commerciale – ha risposto il primo cittadino – ma sarà vantaggiosa per l’intera città e creerà posti di lavoro». «Non faremo concorrenza con il centro – ha concluso Rigotto -. Le attività previste non sono dei doppioni. Anzi, sarà una straordinaria vetrina per la comunità in grado di attirare turisti e visitatori e a vantaggio di tutti. Sarà un tutt’uno, la faccia della stessa medaglia di un’intera città».


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