Hera è pronta a cedere asset di AcegasAps per entrare nel polo veneto al posto di A2A

L’acquisizione di un ulteriore 2% di Ascopiave per sotterrare l’ascia di guerra. Nell’accordo di giovedì scorso che ha visto Hera rilevare dall’“acerrimo nemico” A2A un ulteriore pacchetto azionario dell’utility trevigiana, più di qualcuno ha visto un segnale di pace fra i due colossi dei servizi. Ma in realtà la contesa tra Brescia e Bologna per il primato nazionale nel settore prosegue sotterranea a suon di rilanci.
Ed è così che, alla scadenza di venerdì, Hera ha presentato una manifestazione di interesse “pesante” per conquistare il ruolo di partner industriale della nascente multiutility del Veneto determinata dalla fusione fra Agsm Verona e Aim Vicenza. Pesante anche e soprattutto per l’impatto che potrebbe avere su servizi e assetti che riguardano Trieste, Padova, Udine e Gorizia.
Sarebbe infatti la cessione di buona parte delle attività di AcegasApsAmga alla nuova realtà la carta sulla quale Hera punterebbe per entrare nella partita del polo veneto spostando il suo baricentro nordestino a Verona e Vicenza.
L’OPERAZIONE
Hera ma anche Iren (Reggio Emilia) e Dolomiti Energia (Trento) insieme ad Alperia (Bolzano) hanno presentato, come noto, delle manifestazioni d’interesse per proporsi a Verona e Vicenza come socio industriale della nascente multiutility del Veneto. Si tratta di offerte alternative a quella già presentata da A2A che ha un vincolo di esclusiva in scadenza a fine giugno.
Gli advisor di Agsm e Aim valuteranno le manifestazioni d’interesse pervenute e verificheranno se il percorso avviato da Verona e Vicenza con A2A, definito da un progetto industriale preliminare presentato a maggio scorso, sia connotato dalla condizione giuridica di infungibilità (insostituibilità) perché caratterizzato dall’unicità del contributo industriale di A2A.
L’alleanza allo studio con i bresciani prevede la creazione di una nuova società in cui far confluire le attività di Agsm e Aim. Di questa società i lombardi vogliono avere una quota e sono pronti a conferire alcuni loro asset strategici.
LA STRATEGIA
Hera, che controlla al 100% AcegasApsAmga, dopo aver sollecitato a gran voce Verona e Vicenza a cercare offerte di partnership industriale migliori rispetto a quella bresciana, non vuole affatto recitare il ruolo della comparsa in una partita che mette in palio il primato nazionale tra le multiutility e pure il ruolo di operatore di rango europeo.
Questa sfida si gioca a Nordest e, secondo le prime indiscrezioni circolate sull’offerta presentata da Hera, interesserebbe molto da vicino la gestione triveneta dei servizi (ovvero rifiuti e distribuzione di energia elettrica e gas) e il futuro impatto che avranno i soci pubblici nordestini di Hera (i Comuni di Trieste, Padova, Udine e Gorizia) nell’attività di indirizzo.
L’OFFERTA
Verona e Vicenza mettono in palio il 33% della futura multiutility del Veneto, ma chiedono l’esclusività in tutte le operazioni di crescita e sviluppo in regione. In pratica la non concorrenza sulle gare future. Ma non basta, perché A2A, come si accennava, è pronta a cedere alla futura società veneta il termovalorizzatore di proprietà in provincia di Pavia (Cortelona).
Ed è per questo che Hera avrebbe deciso di puntare pesante per riuscire a strappare un sì a Verona e Vicenza. L’offerta avanzata dai bolognesi, infatti, a grandi linee prevederebbe il conferimento alla nuova società delle principali attività oggi gestite da AcegasApsAmga (e sue controllate) nei territori di Trieste, Padova, Udine e Gorizia. Si parlerebbe di raccolta rifiuti, termovalorizzatori (Padova e Trieste), distribuzione di energia elettrica e gas.
Di fatto, si tratterebbe della quasi totalità del business oggi in capo ad AcegasApsAmga che uscirebbe così dal perimetro della società nata dalle ex municipalizzate di Padova, Trieste, Udine e Gorizia. A questa resterebbe la gestione dell’illuminazione pubblica, del servizio idrico integrato, della controllata bulgara e dei servizi di efficientamento energetico. Poca cosa, verrebbe da dire. Anche se prima vanno messi i pesi della contropartita sul secondo piatto della bilancia.
LA CONTROPARTITA
In cambio della cessione degli asset AcegasApsAmga, Hera (ovviamente in caso di valutazione positiva da parte di Verona e Vicenza) otterrebbe un terzo del capitale della nuova società ma anche la possibilità di consolidare il bilancio della nuova multiutility del Veneto. In pratica, i risultati di questa ultima concorrerebbero a determinare il bilancio del gruppo bolognese.
Altro aspetto rilevante – trattandosi di società a controllo pubblico – è quello del futuro governo del nascente polo veneto dei servizi, ovvero la composizione del nuovo consiglio di amministrazione. A fronte del conferimento delle attività, a Hera dovrebbe spettare l’indicazione di due consiglieri sui nove totali e la scelta dell’amministratore delegato. I restanti sei consiglieri sarebbero, ancora secondo le indiscrezioni circolate, divisi tra Verona e Vicenza e fra questi il presidente (in quota scaligera) e il vicepresidente (Vicenza).
TENSIONE
Nell’attuale consiglio di amministrazione di AcegasApsAmga (7 componenti) siedono tre rappresentanti dei territori di Padova, Trieste e Udine (Devis Casetta, Marina Monassi e Giorgio Cudicio). Ma se l’offerta di Hera venisse accettata e la manifestazione d’interesse confermata nei sui dettagli, i tre enti locali perderebbero la presenza in Cda, visto che a indicare l’a.d. e i due consiglieri sarebbe Hera.
E così Padova, Trieste, Udine e Gorizia vedrebbero una società con sede a Verona e con una maggioranza in consiglio espressa da Verona, Vicenza ed Hera gestire rifiuti e distribuzione di energia elettrica e gas nei loro territori. Può un piano così impattante non essere stato presentato agli azionisti nordestini?
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