Ha lottato contro pregiudizi e ostacoli: è morto il dottor Lucio Moderato, da sempre impegnato nei diritti dei disabili

BUDOIA. I diritti non hanno handicap e Lucio Moderato, psicologo stroncato dal Covid-19, ha dedicato la sua vita per dare forza all’integrazione: originario di Budoia, era nato nel 1955. «Ho lottato – raccontava di sé Lucio – contro i pregiudizi e gli ostacoli: mi sono laureato in psicologia, con la tesi sperimentale sull’inserimento dei disabili nel lavoro». Laurea 110 e lode, poi la vita è diventata la cartina tornasole dell’impegno per gli altri: per non lasciare nessuno indietro.

«Nel 1988 pubblicò il primo libro – lo ha ricordato l’amico Mario Bonavia – e poi ha lavorato alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone, dove dal 1997 è diventato direttore di divisione. Il successo del suo metodo Superability, i libri, i viaggi all’estero sono stati un modello per dare una vita dignitosa alle persone autistiche e alle loro famiglie». Un cuore d’oro e una volontà di ferro: a modo suo un eroe dell’integrazione, perché ha vinto tutti gli handicap. «Lucio è morto ieri di Covid a Milano – continua Bonavia –. Da solo e mancherà a tutti». Lucio girava il mondo: appuntanti nei convegni, incarichi a Whashington, nei laboratori di integrazione e apriva centri socio-educativi per disabili, come a Rho e Linate. Moderato pubblica nel 1988 pubblicò “Lavoro e handicap”, poi “Sapere”, “Aiutami a crescere”, “Capire”: dalla teoria alla prassi nei centri di integrazione con disabili psico-fisici gravi, anziani non autosufficienti. È stato direttore scientifico del progetto La scala di Giacobbe a Bergamo, per l’autismo.

«Negli anni di scuola sono stato emarginato e quando andava male mi pestavano pure – lo raccontava Lucio –. Ho dovuto dimostrare al mondo che ero intelligente».

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