Guardiani delle dighe L’Ispettorato del lavoro “bacchetta” Edison

Il conto è salato ed è di circa 40 mila euro – media approssimativa – a lavoratore. Soldi che, per l’ispettorato del lavoro, Edison dovrebbe versare come straordinario a ben otto lavoratori. Proprio...

Il conto è salato ed è di circa 40 mila euro – media approssimativa – a lavoratore. Soldi che, per l’ispettorato del lavoro, Edison dovrebbe versare come straordinario a ben otto lavoratori. Proprio in questi giorni i “guardiani” delle dighe di Ca’ Selva, Ca’ Zul e Ponte Racli – al centro di una vertenza che martedì approderà anche in consiglio regionale con la mozione Bidoli – hanno ricevuto una lettera dall’ispettorato del lavoro di Pordenone che equipara la reperibilità speciale al lavoro straordinario e, caso per caso, quantifica le somme che i singoli – a questo punto tramite azione legale – possono rivendicare. Somme che naturalmente corrispondono anche a quote di contributi e di tasse che l’azienda dovrebbe versare.

La cifra complessiva rischia di essere importante e va a gravare una vertenza che dura ormai da tempo e che va a pesare su un altro elemento: la concessione a Edison da parte della Regione è scaduta e, nonostante una vertenza che ha un profilo di sicurezza e non solo economico, continua a essere prorogata.

Tutto è partito da quando, nel 2015 Edison ha riorganizzato le modalità logistiche dei turni di guardiania per le dighe, introducendo “la reperibilità speciale” per 8 ore notturne nel luogo di lavoro, anziché al domicilio degli addetti, riducendo il personale a tre unità (poi quattro) e costringendo il personale a turni molto lunghi. Secondo l’ispettorato del lavoro, tuttavia, la reperibilità speciale altro non è che lavoro straordinario e come tale va retribuito e tassato.

La permanenza coatta sul luogo di lavoro e le conseguenze sociali e personali di questa pratica erano state anche al centro di una azione in Parlamento dell’ex senatore Lodovico Sonego anche perché la vertenza riguardava anche lavoratori di altre Regioni.

Il Friuli Venezia Giulia ha però la possibilità di determinare le concessioni e non a caso c’è un pressing affinché metta a gara il rinnovo della concessione, una concessione che ha un rilievo economico e che opera in un ambito – come dimostrato anche durante l’ultima emergenza maltempo – delicato. Scegliendo di blindare il numero dei lavoratori richiesti per i turni delle dighe, già nel bando di gara, la Regione potrebbe probabilmente mettere fine alla vertenza. —

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