Green pass senza problemi per barbieri ed estetiste E c’è chi offre il tampone
Taglio e piega, così come i trattamenti nei centri estetici o i tatuaggi, si fanno solo con il Green pass. Da ieri, anche in città e in provincia, è entrato in vigore l’obbligo di esibire la certificazione verde (la versione base, non quella rafforzata) per avere accesso a tutta una serie di servizi. L’impatto non pare essere stato traumatico, con la categoria, e soprattutto la sua clientela, che si è fatta trovare pronta. Certo, qualche prenotazione in meno c’è stata (i no vax e i no Green pass, seppur minoritari, ci sono), che sommata all’aumento dei costi patiti anche da parrucchieri, barbieri, estetisti e tatuatori, un po’ di apprensione la mette. Ma la prima giornata con le nuove regole non ha fermato il lavoro. Anzi, ha sviluppato la creatività di qualche addetto del settore.
È il caso di Manuela Nicola, titolare del salone “Tagliati per il successo” di Pozzuolo del Friuli, che ieri ha spopolato sui social network, e non solo, per l’idea di offrire l’appuntamento per un tampone ai clienti non vaccinati. «Non sono contro il Green pass – sottolinea – il mio intento è andare incontro alle esigenze delle persone. Per questo mi sono accordata con due farmacie della zona e, per chi ha difficoltà a trovare posto per un tampone, ho riservato alcuni appuntamenti». Nicola si fa carico del costo del tampone per quei clienti che superano una certa soglia di spesa, limitandosi a fissare l’appuntamento per tutti gli altri. «Non pensavo che l’iniziativa fosse così apprezzata, ha stupito anche me l’interesse ottenuto. E c’è già chi si è fatto avanti per usufruire del servizio».
Come accennato, per molti professionisti, ieri è stato un giorno come gli altri. «I clienti sanno che devono mostrare la certificazione e si presentano con il cellulare già in mano. Come primo giorno è andato tutto bene», assicura Valentina Sotgiu, dell’Istituto d’estetica Clelia di via delle Erbe. In via Vittorio Veneto, al DC Salon parrucchieri, Danilo De Carli commenta così la prima giornata con l’obbligo: «C’è stata qualche disdetta, ma nulla di preoccupante. I clienti sono abituati alla situazione e sanno che devono indossare la mascherina e mostrarci il Green pass».
Sebastiano Broili di Tribal Tattoo, è un tatuatore attivo in città da molti anni: «Per la categoria dei servizi alla persona l’introduzione dell’obbligo del Green pass è corretto. Andava fatto prima, visto che lavoriamo a stretto contatto con i clienti». Più che della certificazione verde, a preoccuparlo è l’incremento dei costi: «I pigmenti sono cresciuti dl 60 per cento», ammette. Un rialzo che ha spinto, più di qualcuno, ad aumentare i prezzi. «È dall’inizio della pandemia che il prezzo di alcuni prodotti è lievitato – assicura Loris Cossar, rappresentante della categoria dei parrucchieri nell’ambito di Confartigianato Udine –. Dopo esserci adeguati alle nuove disposizioni di sicurezza, ci adegueremo anche a questo. Il momento non è semplice, anche perché molte persone stanno allungando i tempi prima di tornare dal parrucchiere o dal barbiere. Se prima dell’emergenza Covid ci si tagliava i capelli una volta al mese – conclude – oggi uno attende anche due o tre mesi prima di presentarsi in salone». A destare apprensione, dunque, è il fatto che l’obbligo del Green pass potrebbe far proliferare il lavoro nero tra le mura domestiche. «Nelle ultime settimane c’è stata una flessione nel lavoro – evidenzia Carmen Bassetti di Korto Parrucchieri – ma non è chiaro a causa della pandemia o per altre ragioni». —
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