«Grazie Ale per avermi dato una famiglia» il saluto di Nada commuove tutti in chiesa

«Grazie Ale per avermi sempre ascoltato, grazie per avermi dato un futuro, grazie per avermi sposato e avermi regalato una bella famiglia come te». Un lungo applauso finale ha reso omaggio alla parole di Nada, la moglie di Alessandro Zucco, il rappresentante farmaceutico vittima di un male incurabile che gli era stato diagnosticato un mese e mezzo fa.
Ieri circa 400 persone nella chiesa del Sacro Cuore hanno salutato per l’ultima volta il 54 enne udinese scomparso sabato mattina dopo aver espresso il fatidico sì. Il male che lo aveva colpito negli ultimi due mesi non aveva impedito ad “Ale, il guerriero” di sposare sul letto d’ospedale la sua amata Nada. Una storia che ha commosso tutti, come lo scritto che la donna ha dedicato al marito. A leggere la lettera è stato don Giuseppe Faccin.
«Ale era una persona disponibile, solare, aperta, ma anche discreta e riservata. E proprio questo suo lato del carattere lo ha portato a limitare le visite dei propri cari negli ultimi giorni. La dignità dell’uomo – ha spiegato Nada – ha preso il sopravvento su qualsiasi cosa e di questo mi scuso con gli amici. Ale è stato un lottatore e ha lottato fino all’ultimo senza lamentarsi. Ha provato a combattere contro il “mostro” non per stesso ma per noi». Nada, con la voce rotta dalla commozione ha sottolineato di aver «sposato un uomo speciale, generoso, onesto, disponibile e schietto. Sono orgogliosa di essere stata prima la sua compagna e poi sua moglie. In questi giorni di sofferenza abbiamo parlato molto dei nostri sogni, ma abbiamo anche parlato dei cerchi dell’acqua che lui ha lasciato in ognuno di noi. Sono le buone azioni di vita che vorrei ognuno conservasse dentro di sé per condividerle con altri e per rendere la sua morte più accettabile. Ti amo tanto amore mio». Ascoltando le parole di Nada in pochi sono riusciti a trattenere le lacrime.
In prima fila, accanto alla moglie e ai fratelli Massimo e Antonella c’erano anche i Rangers di Tavagnacco, i compagni della squadra di calcio vestiti con i colori sociali giallobù. Ma anche amici con i quali Ale condivideva un’altra sua passione, il golf. A riflettere sui “misteri della vita” è stato lo stesso don Giuseppe Faccin. «Non ha senso – ha detto – che una vita si interrompa quando ha tutto un futuro da vivere. I medici possono darci qualsiasi spiegazione ma ognuna di queste non soddisferà mai le nostre mille domande. Ma è anche vero – ha proseguito – che non possiamo vivere nel rammarico e in una semplice frase “Peccato che sia finita così”. La vita del corpo si è interrotta, ma quella dell’amore e degli affetti, quelli veri che Nada e Alessandro nutrivano l’una per l’altro, continueranno».
«Bisogna vivere intensamente – ha concluso don Faccin –, Nada e Alessandro sono stati l’esempio migliore. Anche quando sembrava tutto invano, hanno scelto di unirsi in matrimonio. Nel momento di massima fragilità Alessandro ha colto la massima gioia sposando Nada. Questo sta a dire che è amore vero e qui sta anche la forza dell’unione. Il tempo passato insieme è stato vissuto nella ricerca della felicità e non nell’accettazione della sconfitta». —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto