Grado, crac dell’Hotel Rialto: condanne per sette anni e un’assoluzione

Si è trattato del processo per bancarotta fraudolenta legato al crac dell’albergo dell'isola, a fronte del fallimento dell’Associazione regionale disabili (Ard)

GRADO. Condannati due imputati, il terzo assolto perché il fatto non costituisce reato. La sentenza pronunciata al Tribunale di Gorizia dal Collegio giudicante, presieduto dal giudice Marcello Coppari, somma sette anni di pena complessivi.

Si tratta del processo per bancarotta fraudolenta legato al crac dell’hotel Rialto di Grado, a fronte del fallimento dell’Associazione regionale disabili (Ard).

In particolare, per Rodolfo Medeot, in qualità all’epoca di presidente dell’Ard, la pena è di tre anni e 10 mesi, per Massimo Vosca, allora legato alla Srl Isola del benessere, che gestiva il relativo Centro benessere annesso al Rialto, sono tre anni e due mesi, mentre per Giovanni Cisilino, all’epoca dello Studio Esperta, già amministratore della New Promotion, è stata pronunciata l’assoluzione con formula piena.

Si chiude così il procedimento di primo grado, aperto nel maggio 2017 con la prima udienza filtro, in ordine al crac del Rialto risalente al 2011.

Il pubblico ministero Valentina Bossi aveva richiesto quattro anni di condanna per Medeot e tre anni rispettivamente per Vosca e Cisilino.

Tutto parte dal fallimento dell’Associazione regionale disabili che gestiva la struttura ricettiva sotto la presidenza di Medeot, che all’epoca era anche presidente del Cda dell’Ospizio marino.

Il fallimento era stato dichiarato nel dicembre 2011, a fronte di una passività di sei milioni di euro. Fallimento chiesto dalla Procura che all’epoca stava indagando sull’Ospizio.

Per i tre imputati l’accusa era quella di bancarotta fraudolenta in concorso. A Medeot veniva contestata una distrazione di beni per un valore complessivo di 100 mila euro.

A Vosca la contestazione riguardava fatture per circa 70 mila euro emesse nel 2006 a favore della New Promotion, di cui, sempre secondo il capo di imputazione, era amministatore di fatto, per prestazioni pubblicitarie che la società avrebbe dovuto svolgere ma che mai sono state realizzate. In concorso anche Cisilino, allora dello Studio Esperta e già amministratore della New Promotion.

Al Tribunale di Gorizia spazio inizialmente alle possibili repliche, che non ci sono state.

Il pm infatti non ha ritenuto di intervenire, così come anche le difese. I giudici si sono ritirati in Camera di consiglio. A mezzogiorno sono usciti e si è data lettura del dispositivo.

Una sentenza meditata, per la quale sono previsti 90 giorni ai fini del deposito delle motivazioni. Il difensore di Medeot, l’avvocato Stefano Cavallo, ha preannunciato ricorso in Appello: «Leggeremo le motivazioni e procederemo all’impugnazione in secondo grado di giudizio».

L’avvocato Roberto Mete, che ha difeso Giovanni Cisilino, amministratore di diritto per due anni abbondanti (maggio 2005- ottobre 2007) della società New Promotion s.r.l., di cui Vosca, secondo l’accusa, era amministratore di fatto, ha osservato: «Abbiamo fortemente criticato la costruzione accusatoria in quanto, trattandosi, almeno per Cisilino, di un’ipotesi di bancarotta prefallimentare (le operazioni contestate erano del 2005/2006, mentre l’Ard è fallita nel 2011, ndr) non si sarebbe raggiunta la prova della previsione del futuro fallimento da parte dell’imputato, nemmeno a titolo di dolo eventuale.

La linea difensiva - ha aggiunto l’avvocato Mete - è stata apprezzata dal Tribunale in quanto Cisilino è stato assolto perché il fatto non costituisce reato. Peraltro, nel corso del dibattimento non sono emersi elementi certi che potessero far pensare alla falsità delle fatture emesse da New Promotion. Ovviamente non possiamo che ritenerci soddisfatti».
 

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