Gorizia, slot da primato a un passo dalla Las Vegas slovena

UDINE. Sembra un paradosso. Gorizia è la città che in regione ha il più alto rapporto tra abitanti e numero di slot machine. Una macchinetta ogni 129 residenti, nella città che confina con la Las Vegas europea, Nova Gorica. Forse, un tentativo di trattenere sul territorio una parte dei capitali che, per decenni, sono transitati dai valichi in direzione est.
È cambiato il mondo, anche in un settore peculiare come quello del gioco d’azzardo. In fondo, vlt e slot piazzate un po’ ovunque, anche in Italia, hanno rallentato l’esodo verso i casinò sloveni, che pagano inevitabilmente il mix esplosivo tra la congiuntura economica sfavorevole e il moltiplicarsi di videoterminali ai quattro angoli delle nostre città.
Del resto, oggi si può giocare davvero ovunque: ci sono le sale vlt, che all’inizio del decennio sono apparse un po’ come funghi anche nella nostra regione.
E poi ci sono i bar. L’aggio (la quota che spetta ai gestori dei locali) è sufficiente, anche se per guadagnarci davvero i dispositivi attaccati alla corrente devono essere parecchi. Nova Gorica, dicevamo.
La Las Vegas dell’ex Jugoslavia non se la passa benissimo: non si può parlare di crollo, ma la contrazione del volume d’affari delle case da gioco non è più nascosta neppure dai vertici della Hit casinos, la più importante società slovena del settore e tra le più grandi aziende della piccola repubblica.
«Il gioco continua a rappresentare il nostro core-business, ma con una connotazione diversa rispetto al passato: oggi non è più l’obiettivo finale, bensì uno spunto per offrire anche altri servizi, nell’ottica di proporre soluzioni per il tempo libero sempre più strutturate e complete - ha indicato di recente Dimitrij Piciga, presidente del gruppo Hit -. Lo stesso vale in generale per la Slovenia. In passato il gioco ha avuto un ruolo trainante, almeno per il turismo “transfrontaliero”: oggi è da considerare come una delle tante offerte di divertimento disponibili, in un contesto di crescente valorizzazione di tutti gli argomenti che la destinazione ha da offrire».
Le code al Perla e al Park, i principali casinò di Nova Gorica, non ci sono più. Sono comparsi i cinesi e i russi: si sente parlare più mandarino e meno veneto, tra tavoli da gioco e slot machine. Già, le “maledette “slot. Quelle dei casinò e quelle dei bar. «Che restano una delle principali cause scatenanti della ludopatia», spiega Andrea Cecutti, psicologo che da anni si occupa di dipendenze da gioco d’azzardo.
«La noia e la perdita dei valori autentici e dei legami sociali forniscono terreno fertile alle nevrosi ed alle dipendenze - spiega -. La ludopatia è una dipendenza e la dipendenza è l'opposto della libertà. Nel gioco compulsivo, la frequenza del rinforzo, cioè della vincita, è variabile. Ciò significa che la persona si perde nell’illusione di poter ottenere una ricompensa economica e la insegue senza tregua. Questo inseguimento effimero caratterizza l’intera esistenza dell’individuo e va a deteriorare i suoi legami familiari e sociali, relegandolo all’interazione con il gioco stesso e alienandolo nell’ambiente dove il gioco ha luogo: un bar, una sala scommesse, un casinò».
«Spesso - continua lo psicologo - il ludopata presenta una dipendenza parallela, come quella alcolica, che diventa compagna fedele della dipendenza primaria aumentando il senso di perdita di controllo e complicando il quadro. La ludopatia e in generale la dipendenze sono le patologie del presente e purtroppo del futuro, in quanto frutto di una società parcellizzante che inocula solitudine ed incomunicabilità, mascherate spesso dietro l’illusoria connettività globale delle reti sociali», indica Cecutti.
Il rimedio a tali problematiche, secondo il dottore, « è profondo e chiama in causa da un lato la riscoperta del proprio equilibrio interiore, delle proprie sicurezze, di una rinnovata identità e dall'altro il recupero dei valori sociali, dell’incontro con l’altro, la comunicazione autentica e la condivisione».
Dalla ludopatia, però, si può guarire: «Dopo aver toccato il fondo e chiesto aiuto, all’interno di un percorso psicologico - conclude Cecutti - il soggetto in cura deve ritrovare il proprio ambiente professionale e familiare. Le slot restano uno dei motivi principali che conducono alla ludopatia: poi, i gratta e vinci, con casi che spesso sfociano nell’acquisto compulsivo dei tagliandi».
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