Gorizia ricorda i carabinieri del Podgora

GORIZIA. Sul monte Podgora - oggi Calvario - si contarono le prime vittime tra i Carabinieri reali nella Grande Guerra. L’obiettivo era di fatto una collina di 240 metri, giudicata fondamentale per aprire una via verso Gorizia. Era la mattina del 19 luglio 1915: infiacchiti anche da un’epidemia di colera, i militari uscirono allo scoperto e diedero filo da torcere agli austro-ungarici, costretti a ripiegare dalle ingenti perdite. Soltanto nel primo giorno di battaglia, furono registrati 53 morti, 143 feriti e undici dispersi, mentre 355 carabinieri furono inviati agli ospedali - nei giorni successivi - per ferite o malattie, prima del cambio della guardia con il 36° Fanteria. Il Podgora verrà poi conquistato l’anno successivo, nella battaglia che il 7 agosto 1916 portò alla conquista di Gorizia. Quello del luglio 1915 resta un episodio-simbolo del primo conflitto mondiale, che ieri è stato ricordato nella caserma Cascino di via Trieste, sede del XIII Reggimento Carabinieri del Fvg: alla cerimonia ha partecipato anche il comandante generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette, che ha ricordato il sacrificio dei centinaia di morti cento anni fa sul Calvario e dei caduti che ha poi contato nel corso dei decenni l’Arma. «Sono stati i primi morti della Grande Guerra, che contò per i Carabinieri 1.400 caduti allora; poi ce ne furono altri, che operarono con lo stesso spirito, lo stesso senso del dovere che quando è necessario è spinto anche fino al supremo sacrificio. Quei Carabinieri di allora erano consapevoli che stavano per incontrare la morte, come a molti altri toccò: non per questo defletterono da questo - ha indicato il generale -. Oggi è richiesto un eroismo quotidiano continuo, nell’attività istituzionale in Patria, sia per l’organizzazione territoriale, sia nell’organizzazione mobile, di cui il XIII Reggimento è un esempio glorioso: a tutti loro è chiesto lo stesso spirito di servizio, la stessa rettitudine, la stessa forza d’animo, la stessa determinazione, lo stesso attaccamento all’Arma, sia in Italia che all’estero». Alla cerimonia in via Trieste hanno partecipato le massime autorità civili e militari del Goriziano e il sindaco Ettore Romoli ha ricordato come «a Gorizia abbiamo avuto prove sempre crescenti della presenza dell’Arma, come testimonia la presenza del XIII Reggimento, che è tanto vicino a noi da essere stato insignito della cittadinanza onoraria. La manifestazione di oggi è importante per la città - ha proseguito Romoli - perché segna quelle aspettative che Gorizia aveva allora e ha oggi, ovvero continuare a essere una città italiana». Prima della cerimonia, Romoli e Del Sette hanno hanno deposto una corona al cimitero di Mossa, dove riposano i caduti del Podgora, sul Calvario, e a Oslavia.
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