Gli sponsor spariti e troppe spese: Pistorius è al verde

GEMONA. Oscar Pistorius sull’orlo della bancarotta. Mollato dagli sponsor dopo l’accusa di omicidio volontario della fidanzata Reeva Steenkamp e sparito da qualsiasi competizione internazionale, l’ex campione di atletica - cui Gemona aveva legato il suo futuro di Città dello sport e del benstare - sta spendendo tutte le sue fortune per pagare gli onerosi stipendi dei suoi legali dissipando un patrimonio che, fino alla disgraziata notte del 14 febbraio scorso, poteva contare su entrate pari a quasi 500 mila euro l’anno. E adesso ci si mette pure il fisco sudafricano a cui pare Pistorius abbia appena versato circa 80 mila euro per alcune omissioni sulla sua dichiarazione dei redditi.
Innanzitutto “Blade runner” ha perso i contratti milionari con gli sponsor: Nike, Thierry Mugler, Oakley e British Telecom hanno silurato il loro testimonial pochi giorni dopo la formulazione dell’accusa di omicidio volontario nei suoi confronti. Cifre esatte su quanto la pubblicità di questi marchi prestigiosi rendesse all’ex campione non si conoscono, ma all’epoca si parlò di una somma totale pari a circa 1,5 milioni di euro l’anno.
Ironia della sorte, nell’ultimo spot della Nike Pistorius veniva presentato come «un proiettile». Slogan infelice, pubblicità ritirata. Persi i soldi degli sponsor, l’ex campione non può più contare neanche sui guadagni delle gare. Dopo tentennamenti vari, infatti, una settimana fa il suo manager ha annunciato ufficialmente che Pistorius non tornerà in pista, almeno per quest’anno, «perché non è pronto nè fisicamente nè mentalmente». E poi ci sono le spese legate al processo che riprenderà il 4 giugno: non si conoscono esattamente le parcelle degli avvocati dell’atleta, ma stando alle indiscrezioni della stampa è possibile che un legale “senior” possa costargli fino a 4 mila euro al giorno. Senza contare gli 85 mila euro di cauzione per la libertà.
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