Gli olandesi ci scippano il nome “frico”

Impossibile esportare il nostro prodotto tipico. Regione in soccorso dei produttori: utilizziamo la stessa tutela della pizza
Udine 21 Gennaio 2016 agriest © Petrussi Foto Press TURCO
Udine 21 Gennaio 2016 agriest © Petrussi Foto Press TURCO

UDINE. Il frico come il Tocai. Il Friuli si vede scippare uno dei suoi baluardi. Perché la tradizionale ricetta orgoglio della nostra terra, tramandata da secoli di generazione in generazione, ha un omonimo olandese. È il “Frico cheese”, marchio depositato da qualche mese (c’è pure un sito Internet) che di fatto blocca le esportazioni del frico friulano in tutto il mondo.

Un danno economico gravissimo per il quale è necessario correre ai ripari. Un anno fa l’imprenditore Savio, che produce frico, dalle colonne del nostro giornale aveva paventato la possibilità: all’epoca si temeva un “furto” da parte della Corea, invece ci ha pensato prima l’Olanda, che fa parte dell’Ue. Il caso è emerso ieri all’inaugurazione di Agriest, dopo che una petizione online, che ha raggiunto le mille firme, ne chiede la salvaguardia.

E l’assessore regionale Cristiano Shaurli apre al modello di tutela già utilizzato per la pizza. «I regolamenti europei per Dop e Igp, rispettivamente Denominazione di origine protetta e Indicazione geografica protetta, sono destinati a prodotti agricoli tradizionali legati al territorio – precisa Shaurli –. Per esempio, non posso tutelare la pasta all’amatriciana perché non si può tutelare una ricetta. Così per il frico. Con la formula Dop si tutelano i prodotti, con l’Igp la provenienza, per esempio lo speck di Sauris».

Ma c’è una via d’uscita. È la strada della “Specialità tradizionale garantita”, in acronimo Stg. «È la scelta percorribile, la medesima utilizzata per la pizza – continua Shaurli –. È un percorso avviabile, ma come tutti gli altri percorsi, va promosso dai produttori, non dall’istituzione. Io però sono disponibile a fare da regia e aiuto. Come tutte le tutele esiste un disciplinare perciò i produttori dovranno mettersi d’accordo sulla ricetta».

È una vera e propria chiamata a raccolta dei produttori quella di Shaurli. Perché il “Frico cheese” di Amsterdam blocca le esportazioni dal Friuli Venezia Giulia. «Il tema vero si gioca sul mercato americano e più in generale dove ci sono accordi commerciali internazionali – aggiunge l’assessore – poiché se il nome “frico” è già stato depositato le nostre aziende si devono fermare.

Ma l’Stg aggira quel problema». Intanto ieri sera Shaurli insieme con la presidente Debora Serracchiani si è prestato a un simpatico siparietto, esibendo la maglietta “Save frico” nata sull’onda del tam tam virtuale per la tutela. Intanto però on line il formaggio olandese Frico continua a confondere i clienti rimbalzando in tutto il mondo il marchio rosso su campo giallo.

«I formaggi Frico olandesi sono conosciuti e amati in tutto il mondo – si legge sulla home page del sito – e realizzati da casari con esperienza per fornire bontà e gusto autentico».

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