Gli artigiani di Cividale: sono scorie dell’acciaieria

CIVIDALE. Provengono, senza margini di dubbio, dall’Acciaieria Fonderia Cividale le scorie di lavorazione che le analisi eseguite dall’Arpa Fvg hanno permesso di individuare fra i detriti accatastati, abusivamente, nei lotti della nuova zona artigianale cittadina sottoposti a sequestro.
Nel pieno riserbo che avvolge le indagini - solo indiscrezioni, prive di ufficiali conferme, circa i nominativi dei cinque soggetti raggiunti da avviso di garanzia - affiora, infatti, una certezza: «Il materiale in questione - rende noto il liquidatore del Consorzio artigiani, Paolo Marseu - fu acquistato dallo stesso Consorzio, a fronte di tutte le garanzie e le certificazioni del caso, dall’Acciaieria Fonderia Cividale, fra il 2011 e il 2013: era destinato a livellare le disparità del terreno nell’ampio contesto a vocazione produttiva, contraddistinto appunto da un’altimetria piuttosto variabile.
La realtà che rappresento, insomma, è assolutamente - e ribadisco assolutamente - parte lesa in questa vicenda. Già al tempo del primo sequestro effettuato dai Carabinieri, nel mese di marzo, nominammo un nostro perito per procedere ad un accertamento sulle sostanze parallelo a quello che avrebbero curato i tecnici dell’Arpa. Avevamo disposto, all’epoca, prelievi di terriccio pure in diversi appezzamenti non toccati dal provvedimento della Procura di Udine: l’esito delle verifiche era stato pessimo, attestando la diffusione, nelle sostanze campionate, di metalli pesanti.
Un prodotto che ritenevamo di qualità, perché come tale ci era stato venduto (la documentazione, ovviamente, comprovava un tanto), si è rivelato qualcosa di completamente diverso da ciò che credevamo di aver smistato sul terreno». Di qui la decisione, che ha anticipato il nuovo blitz dell’Arma e il conseguente blocco di altri quattro lotti (dieci, ormai, il totale di quelli “sigillati”).
«Una decina di giorni fa - rende noto Marseu - abbiamo presentato un esposto contro ignoti alla Procura, per far sì che venga gettata luce sulle responsabilità dell’accaduto. Abbiamo inoltre spedito una lettera di diffida all’Acciaieria Fonderia, chiedendo il risarcimento dei danni subiti dal Consorzio in conseguenza dello smercio, da parte dell’industria, di materiale non consono».
Implicitamente, insomma - ma neanche tanto -, dal liquidatore arriva conferma dell’identità di uno dei destinatari dei sopra citati avvisi di garanzia. Sugli altri quattro, come accennato, silenzio (quanto meno formale): interesserebbero, comunque, figure titolari di alcuni dei lotti trasformatisi, nel corso di parecchi mesi, in discarica abusiva di inerti, tubature in plastica, resti di verniciatura, scarti in legno e, appunto, scorie d’acciaieria.
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