Giosuè in carcere prepara il ricorso con i suoi legali in vista della Cassazione

Giosuè Ruotolo ha compiuto trent’anni in carcere lo scorso 29 luglio. Ha festeggiato i suoi ultimi quattro compleanni dietro le sbarre del penitenziario di Belluno, dove è in custodia cautelare dal marzo 2016 per l’omicidio di Teresa Costanza, 30 anni, e Trifone Ragone, 28 anni, uccisi a colpi di pistola la sera del 17 marzo 2015 all’uscita dalla palestra di pesistica in via Interna a Pordenone. I giudici non hanno avuto dubbi: gli indizi convergono su di lui, non può essere stato nessun altro a premere il grilletto quella sera contro i fidanzati. La sentenza di condanna all’ergastolo e a due anni di isolamento diurno è stata confermata lo scorso marzo dalla Corte d’assise d’appello di Trieste, ma la doppia conforme non ha abbattuto Ruotolo, anzi. Dopo i primi giorni bui subito dopo la condanna inflitta a Trieste, il morale si è risollevato.

Il giovane di Somma Vesuviana, con il sogno della Guardia di finanza, ex commilitone di Trifone nei carristi di Cordenons, continua a professarsi innocente e con i suoi legali di fiducia, Giuseppe Esposito e Roberto Rigoni Stern, studia le carte e partecipa alla stesura degli atti in vista della Cassazione.

Scadono infatti alla fine di settembre i termini per depositare il ricorso alla Suprema corte. Gli avvocati lo hanno incontrato in carcere, insieme hanno letto la sentenza di secondo grado.

«Gli abbiamo esposto i problemi che secondo noi presenta la sentenza – chiarisce l’avvocato Esposito – a nostro avviso la motivazione non è sempre coerente, in qualche passaggio è stato stressato il dato processuale pur di rendere omogenee e coerenti dichiarazioni che invece fra di loro non lo erano. Ci confrontiamo con il nostro assistito e condividiamo con lui le strategie, chiediamo anche la sua valutazione degli atti, non glieli forniamo mai a scatola chiusa. L’impressione di Ruotolo è che la sentenza di secondo grado abbia con molta puntigliosità difeso quella di primo grado».

Il legale sottolinea che Giosuè ha nuovamente fiducia in un esito giudiziario positivo e che non si è abbattuto, nonostante si trovi in carcere da tre anni e mezzo e con due sentenze di condanna all’ergastolo. Dopo il deposito del ricorso, bisognerà attendere la fissazione dell’udienza per la discussione. —

I.P.

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