Ghiaia e tangenti, c’è un terzo indagato

Pordenone, è il geometra Roberto Angeli, funzionario della Regione in servizio in via Oberdan. Fatale un incontro a casa di D’Andrea.

PORDENONE. Caso tangenti in provincia: l’inchiesta della guardia di finanza di Pordenone prosegue a 360 gradi e una terza persona è stata inserita nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di concussione, la stessa contestata in concorso al geometra della Regione Diego Fonn e al geologo Mario Fogato. Si tratta di Roberto Angeli, 48 anni, anch’egli funzionario della Regione e collega di Fonn.

La vicenda riguarda l’incasso di tangenti in relazione a pratiche relative a un appalto di sghiaiamento del Meduna. Fonn era stato arrestato dalle Fiamme gialle il 4 ottobre scorso con l’accusa di concussione nei confronti dell’imprenditore Fulvio D’Andrea e di un collega di quest’ultimo (e come lui considerato in questo momento parte lesa dall’accusa).

Angeli, come lo stesso Fonn, era all’inizio del decennio ufficiale idraulico del Genio civile (si occupava di tutela del patrimonio idrico, delle opere idrauliche e verifica delle autorizzazioni per gli sghiaiamenti), prima di essere trasferito in Regione nel settore ambiente. Qui ricopre tuttora il ruolo di funzionario della direzione centrale ambiente, energia e politiche per la montagna, servizio idraulico.

Angeli è stato indagato all’esito di acquisizioni testimoniali e documentali inizialmente riferite alle altre persone coinvolte. Ma soprattutto sarebbe emerso un suo coinvolgimento nella vicenda in seguito all’analisi approfondita delle intercettazioni relative a un incontro avvenuto nella taverna dell’abitazione di D’Andrea. L’incontro, secondo indiscrezioni, avrebbe riguardato proprio l’appalto di sghiaiamento del Meduna oggetto dell’inchiesta.

Fonn e Fogato (indagato dalle Fiamme gialle quale progettista nell’ambito dell’appalto al centro del caso), avrebbero, secondo l’accusa, consigliato a Fulvio D’Andrea e a un altro imprenditore pordenonese del settore scavi di presentare una domanda di concessione indirizzata su lavori da effettuarsi a Domanins sul greto del Meduna. Un appalto da 400 mila metri cubi di ghiaia, che solo di canone da corrispondere alla Regione ammontava a un milione 400 mila euro. Immaginabili i profitti sul fronte della vendita dell’oro bianco.

Presentata la richiesta, D’Andrea e il suo collega, che avrebbe già confermato le pressioni di Fonn per essere pagato per il progetto messo a punto con l’aiuto di Fogato, avrebbero ceduto a un imprenditore del Trevigiano la gestione della concessione e dunque dell’affare. E qui sarebbe cominciato il giro dei pagamenti, sempre stando all’ipotesi accusatoria. Le dazioni di denaro da D’Andrea a Fonn, che aveva in gestione la pratica, con il potere di mandarla avanti o no, sarebbero state finalizzate a poter incassare i soldi dall’imprenditore trevigiano, che non aveva naturalmente versato ai pordenonesi tutto l’importo della concessione prima di avere la certezza che le cose sarebbero andate per il verso giusto. Da valutare a questo punto, in tale contesto, la portata del coinvolgimento di Angeli.

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