Gemona, una via al buio chiede aiuto al Comune

GEMONA. A quando la luce su via Cividale? Il capoluogo pedemontano gode senza dubbio di una buona illuminazione, ma una delle poche strade che ancora oggi risulta priva dei pali, pur essendo ben abitata, è certamente il tratto di Provinciale 20 che collega la cittadina con Artegna e che a Gemona prende il nome di via Cividale per un tratto, e Strade dal Turc per l’altro, che conduce direttamente a Porta Udine.
A chiedersi se mai verrà realizzata un’adeguata illuminazione su quella strada è Piero Galli, uno dei residenti, ma lo fa anche in seguito a una raccolta di 150 firme che già nel febbraio di due anni fa aveva depositato in Comune. Ora, essendo trascorso del tempo senza aver ricevuto una risposta, ha deciso di farsi sentire: «Non è mia intenzione - spiega Galli - voler criticare l’amministrazione comunale, e mi rendo conto che sono anche tempi difficili per recuperare fondi, ma ci tenevo a sapere se è possibile o meno realizzare un impianto di illuminazione, tanto più che dopo aver presentato la raccolta firme nel febbraio 2012, nel giugno successivo avevo mandato un’ulteriore lettera chiedendo una risposta, ma finora non mi è stato detto nulla». Già allora, nella lettera consegnata in municipio, Galli evidenziava come nel borgo di Maniaglia, lambito dalla Provinciale, tutte le vie sono ben illuminate, perfino la stretta via 4 Novembre che conduce verso Montenars, ma non la Provinciale 20, una strada di collegamento per Gemona, dunque ben trafficata durante il giorno, e che ai suoi lati ospita molte case, prive di un’adeguata illuminazione. Pur essendo di competenza provinciale, tuttavia tale strada non è illuminata soltanto nel tratto gemonese, perché oltrepassato il ponte sul torrente Orvenco, in Comune di Artegna, l’illuminazione è invece ben presente. Da qui è dunque nata la richiesta dei residenti, che, ben in 150, hanno firmato la petizione lanciata da Galli due anni fa, ma che ancora attendono risposte. Nello specifico, si chiede di dotare la direttiva di appropriata illuminazione a partire dalla galleria sotto il monte Glemine fino al ponte sull’Orvenco: «Segnaliamo inoltre - aggiunge Piero Galli - che la via ha anche diverse buche sull’asfalto e in particolare nella curva che precede il ponte sul rio Storto, punto molto pericoloso, per cui sarebbe bene mettere in sicurezza, anche perché, essendo una strada che procede senza particolari curve, spinge molti automobilisti ad andare a una velocità piuttosto sostenuta, e proprio dopo il ponte compaiono le prime case dove ci abitano famiglie con bambini. Capiamo che gli impegni dell’amministrazione sono notevoli, ma su questa via non c’è mai stata l’illuminazione e potrebbe essere venuto il momento di risolvere il problema».
Piero Cargnelutti
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