Gatto Silvestro (ovvero il gatto selvatico) in Friuli FOTO

NIMIS. Quando studiavo per sostenere l’esame di abilitazione alla caccia - parlo dell’ormai lontanissimo 1973 - fu con grande sorpresa, non disgiunta da altrettanta ilarità, che appresi come il Gatto Selvatico, l’elusivo felino dei nostri boschi, predatore efficientissimo, portasse come nome scientifico quello di “Felis Silvestris”.
Il Gatto Silvestro, insomma, l’improvvido e sfortunato protagonista di tanti cartoni animati di Looney Tunes e Merry Melodies, il cui fine ultimo – regolarmente frustrato – è quello di catturare l’astuto, perfido e falsamente simpatico canarino Titti.
Un personaggio - il maldestro gattone - amatissimo dai bambini (e non solo...) di almeno un paio di generazioni.
Ebbene, possiamo ben dire che Gatto Silvestro abita qui, in modo particolare nell’area orientale del Friuli Venezia Giulia, soprattutto nelle zone boschive meno antropizzate.
Come tutti i predatori, Felis Silvestris predilige le ore notturne e non ama la vicinanza umana, di cui fa volentieri a meno.
Perciò avvistarlo è un’impresa e non sono molti coloro che sono riusciti nell’intento.
Impegnato nella costante lotta per la sopravvivenza, Felis Silvestris trascorre i periodi di attività facendo ciò che tutti i viventi fanno in natura, a meno che non siano erbivori o frugivori: caccia con assiduità.
Tuttavia questo cacciatore, benché implacabile e astutissimo, non riesce a sfuggire alle trappole fotografiche che ho disposto in alcune zone strategiche dei boschi del Gran Monte.
Il felino frequenta assiduamente le governe destinate originariamente ai cinghiali, ma che fungono da sicura attrazione per moltissimi altri animali del bosco.
Il granturco che i dispositivi automatici distribuiscono a intervalli regolari è irresistibile perché fornisce un nutrimento abbondante e di grande efficacia trofica.
Primi ad arrivare sono i ghiri e i topolini che vivono numerosissimi nei boschi.
Se ci si siede tranquilli in un angolo di bosco per attendere la notte, a un certo punto arriva il momento magico in cui, improvvisamente come fosse in risposta ad un segnale prestabilito, tutta la vita del bosco si mette in movimento.
Non appena le prime ombre dell’oscurità rendono impossibile agli occhi umani distinguere qualcosa di più del tenue chiarore del cielo, ecco che gli alberi e i cespugli, prima silenziosi, si animano di mille e mille presenze.
Stridi, gridolini, sbuffi, rumor di frasche e il lieve tamburellare di zampette che scorrono sui rami danno il “la” alla sinfonia del bosco notturno.
Sono appunto i ghiri che, impertinenti ed audacissimi, iniziano le loro sarabande tra i rami dei noccioli e delle altre piante del bosco.
Non appena imparano che a una cert’ora il distributore spara in terra il granturco, si fanno trovare prontissimi alla mensa con impressionante regolarità.
E dove sugli alberi arrivano i ghiri e sul terreno i topini, arrivano anche coloro che di essi si cibano, dando in tal modo inizio alla catena alimentare che si chiude con i grandi predatori, al cui vertice si trova l’Homo Sapiens.
Vale a dire voi, io e tutti gli altri bipedi umani, più o meno “sapientes”...
Insomma, come si è già detto riferendo della frequentazione di questi stessi luoghi da parte degli orsi, attorno ai distributori di mais c’è tutto un viavai di animali delle specie più diverse, in numeri del tutto insospettabili per quanti sono soliti frequentare i boschi durante le ore diurne, magari ridendo e schiamazzando, e che poi sostengono in perfetta buona fede che «nel bosco non c’è niente».
Il Gatto Silvestro è appunto fra coloro i quali, puntuali, si presentano a reclamare la loro razione quotidiana trovando molto più facile il successo nelle altre concentrazioni di prede che questa ressa garantisce, piuttosto che tendere agguati di gran lunga più aleatori nelle altre zone del bosco.
Nella massa, si trova molto più facilmente lo sprovveduto di turno ed è quello, di solito, il primo a cadere nelle grinfie di Gatto Silvestro che esercita così, nel modo più pratico ed efficiente, la cosiddetta “selezione naturale”.
Le foto che vi presentiamo vi offrono varie situazioni: c’è il gatto che si limita a transitare davanti alla fototrappola; quello che approfitta di una giornata nebbiosa per “uscir di casa” durante le ore diurne; l’esemplare che, coda ritta per l’eccitazione del momento, si arrampica sull’albero nell’intento di predare un ghiro imprudente e quello che, dopo uno scatto ...felino, riesce a procurarsi la colazione alle spese di un non ben identificato roditore.
Oltre alla consueta dieta di piccoli roditori, lucertole e insetti vari, possono cadere sotto le grinfie di Gatto Silvestro anche leprotti e piccoli di capriolo, quando il nostro felino riesce a individuarli.
Felis Silvestris – lo vedete nelle foto - somiglia molto a un classico gatto soriano domestico, con la differenza che le sue dimensioni sono di solito ben maggiori e la coda, più corta, reca un’inconfondibile sequela di anelli neri a intervalli regolari.
Insomma, Gatto Silvestro – quello vero e non quello dei cartoons – è tutt’altro che il maldestro micio di casa che siamo abituati a vedere nei cartoni animati.
Davanti a un Felis Silvestris in carne, ossa, artigli e denti acuminati, nonché dotato di un’astuzia naturale affinata dalla dura necessità del bosco, il canarino Titti avrebbe sicuramente una vita meno facile.
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