Gaiatto, ecco perché il tribunale ha ridotto la condanna a 10 anni

PORDENONE.  Pena ridotta da 15 anni e 4 mesi e 36 mila euro di multa a 10 anni e 20 mila euro di multa, in appello, a Fabio Gaiatto, 45 anni, ex trader portogruarese, per la maxitruffa Venice. Dopo oltre cinque ore di camera di consiglio la Corte d’appello di Trieste, presieduta da Edoardo Ciriotto, è uscita con il dispositivo ieri pomeriggio verso le 14.30. L’aula della corte d’assise d’appello, scelta per la sua capienza vista la numerosità delle parti civili, 1.069 sulla carta, era quasi deserta: erano presenti solo quattro legali dei risparmiatori, l’imputato (in camicia viola, jeans e scarpe da ginnastica e mascherina) e il suo difensore, l’avvocato Guido Galletti, oltre agli agenti della polizia penitenziaria. In parziale riforma della sentenza emessa dal gup Eugenio Pergola il 3 luglio 2019, in abbreviato, il collegio ha riconosciuto il vincolo di continuazione fra tutti i reati – associazione per delinquere, truffa aggravata, abusivismo bancario e finanziario, autoriciclaggio – rideterminando così la pena. Confermate le statuizioni civili e la confisca dei beni. La Corte ha condannato l’imputato, difeso dall’avvocato Guido Galletti, a rifondere le spese legali alle parti civili, liquidate da un minimo di 1.500 a un massimo di 7.500 a ciascun avvocato.

Ecco come Gaiatto truffava i risparmiatori


«Siamo moderatamente soddisfatti – ha commentato a caldo l’avvocato Galletti –. È stato ripristinato un principio di diritto e di equità. Oggettivamente la motivazione non era in linea con i fatti e la giurisprudenza e la pena ingiustificatamente eccessiva. Attendiamo le motivazioni, fra trenta giorni, per capire sotto quali profili eventualmente coltivare il ricorso in Cassazione». Il legale ha aggiunto che il pensiero di Gaiatto è rivolto alla sua famiglia: spera che la sua compagna possa tornare a casa presto grazie alle misure alternative alla detenzione. «È sereno ed è sempre stato consapevole delle sue responsabilità, non si è certamente nascosto dietro a un dito – ha concluso Galletti – sperava in una rivalutazione della pena, che è stata concessa».

Delusione invece fra le parti civili: a fronte di 26 milioni di euro in fumo si spartiranno solo pochi spiccioli. «Sono tutti molto amareggiati e increduli – si è fatto portavoce della reazione dei suoi assistiti l’avvocato Michele Peretto – non riescono a capire questa riduzione di pena che, per un non addetto ai lavori, sembra quasi uno sconto o peggio ancora un premio». «Gaiatto non è stato ritenuto meritevole delle attenuanti generiche, alla cui concessione ci siamo fermamente opposti», hanno osservato gli avvocati Gianluca Liut e Ilaria Giraldo. Federconsumatori, con il legaleRoberto Cescutti, si è dichiarata «amareggiata in considerazione dell’impatto sociale sul territorio che ha avuto la vicenda», visto che tuttora «un vasto numero di risparmiatori sono rimasti privi di risarcimento». Le loro speranze ora sono riposte nell’azione di responsabilità civile nei confronti della banca croata dove si appoggiavano i conti della Venice. L’Afue, associazione vittime di truffa, ha chiesto al tribunale di Pordenone un accertamento tecnico preventivo.


 

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