G-suite, Edmodo o Google: le lezioni si fanno sul web

UDINE. G-suite, Google meet, Edmodo e registro elettronico: sono solo alcune delle parole magiche utilizzate per definire la scuola ai tempi del coronavirus, tra condivisione di file e videoconferenze on line. Se il virus per la seconda settimana consecutiva impedisce agli studenti di presentarsi in aula, ci pensano i docenti e le lezioni a raggiungere – anche se su uno spazio virtuale – i ragazzi.
I dirigenti delle scuole superiori di Udine e provincia si stanno organizzando per lanciare un messaggio: “La scuola è chiusa, ma c’è”.
C’è il registro elettronico, che nella sezione didattica permette l’invio e il caricamento del materiale; Skype, che consente di mandare messaggi istantanei, chiamate vocali o videochiamate; Edmodo, che si presenta come un qualsiasi social network, e dà la possibilità agli insegnanti di condividere contenuti, assegnare quiz, compiti e gestire la comunicazione e G-Suite for education, piattaforma che mette a disposizione il servizio di posta elettronica, lo spazio di archiviazione, la “Classroom” (con cui i docenti possono creare corsi, distribuire compiti, inviare feedback e tenere tutto sotto controllo, in un unico “luogo”) le applicazioni per la gestione dei documenti. Li sperimenta tutti, l’Uccellis, che ieri ha anche testato Google meet, il servizio che collega in videoconferenza un gruppo di persone.
«Ho fatto lezione con una ventina di ragazzi – afferma il professor Ian Lahey –, c’è chi ha seguito utilizzando lo smartphone, chi si trovava in Germania: tutto ha funzionato alla grande». Questo tipo di “call”, però, non è fattibile in tutte le scuole.
«Qui la connessione non è così lineare, quindi raggiungiamo i ragazzi tramite registro elettronico – commenta la dirigente del Manzini di San Daniele, Carla Cozzi –. Ma crediamo sia importante che loro sfruttino questo tempo libero anche per riappropriarsi del territorio o per leggere un libro. Edmodo e G-Suite funzionano anche per il Magrini-Marchetti di Gemona. «Le videoconferenze sono poco utilizzate perché non tutti hanno gli strumenti adeguati. Per ora ci muoviamo così, ma se dovesse prolungarsi il periodo di chiusura dovremo organizzarci diversamente», afferma il dirigente Marco Tommasi.
Passa principalmente per G-suite l’attività didattica on line del Copernico. «Non solo dà la possibilità di costruire classi virtuali e di scambiare materiale a distanza, ma anche di portare avanti gruppi di lavoro e progetti con altre scuole», afferma la dirigente, Marina Bosari.
Opereranno con classi virtuali tramite G-suite anche al Percoto. «L’attività didattica on line è già utilizzata dalle “classi 2.0”, che sono 22 su 56 in totale, mentre per gli altri partirà nei prossimi giorni – commenta la dirigente, Gabriella Zanocco, che oggi sperimenterà il collegio docenti on line –. Gli insegnanti opereranno con classi virtuali secondo l’orario settimanale, anche se in modo più flessibile».
Stop ai laboratori, ma via libera con la teoria allo Stringher, che per la didattica on line utilizza in primis il registro elettronico. «Ma i docenti sono liberi di lavorare come meglio desiderano – riferisce la dirigente Maddalena Venzo –. Quello che è importante è che i ragazzi non perdano questo tempo, ma lo sfruttino al meglio come occasione di approfondimento».
Al Marinelli sono i professori a scegliere quale strumento utilizzare. «C’è chi usa la piattaforma interna della scuola, chi G-suite: non abbiamo creato nulla di nuovo, abbiamo solo potenziato l’esistente», afferma il dirigente Stefano Stefanel. Lo Zanon punta su G-Suite e sta lavorando per migliorare la formazione digitale dei docenti attraverso video-tutorial che spiegano come si creano le classe on-line, come si inviano i materiali, come accedere ai lavori. Si sbizzarriscono tra registro elettronico (usato anche dal Marinoni), applicazioni di Google, YouTube e Moodle, pacchetto software per erogare e gestire la formazione on-line, al liceo Paschini di Tolmezzo.
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