Dai campanili non si guarda al futuro
Territori sempre più spopolati, servizi in affanno e scelte miopi: così le Valli del Natisone rischiano l’isolamento

Drenchia e Grimacco, due Comuni che assieme non arrivano a contare quattrocento abitanti, si oppongono alla fusione dei due enti. Una scelta amministrativa che dimostra la miopia dei rappresentanti di un territorio destinato allo spopolamento e all’isolamento e che tuttavia non si sforzano o non sanno guardare oltre il proprio campanile.
Dal 2009 ad oggi, nel Friuli Venezia Giulia sono state approvate 5 fusioni di Comuni e sono già tutte operative. In totale, si contano 10 Comuni soppressi, mentre il numero dei Comuni della regione è diminuito di cinque unità. Le fusioni hanno interessato Campolongo e Tapogliano, Valvasone e Arzene, Fiumicello e Villa Vicentina, Rivignano e Teor, Treppo e Ligosullo.
Nel 2016 hanno detto invece no alla fusione Monfalcone, Ronchi e Staranzano, Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto, Codroipo e Camino al Tagliamento.
Ora è arrivato un altro niet da parte di due paesi che contano meno abitanti di un condominio. I sindaci, per la verità, con senso di responsabilità ed evidentemente anche conoscendo ben da vicino quello che non possono garantire alla popolazione, si sono detti rammaricati dal voto dei loro consigli comunali e hanno minacciato, per ora, le dimissioni. E bene farebbero a darle, lasciando che agli sportelli si alternassero, nel tempo libero, i consiglieri contrari.
Le Valli del Natisone contano circa cinquemila abitanti, pochi anche per un solo Comune. Ma così non è per i consiglieri che ritengono che i piccoli confini non si possono superare. Sono terre abitate in gran parte da persone anziane, si continua a parlare di come arginare lo spopolamento, ci si lamenta per i servizi difficili da mantenere con un numero di residenti così esiguo. Ma niente, evidentemente il richiamo del proprio giardino è più forte di ogni ragionamento.
Sono Comuni con una manciata di dipendenti, ai quali è impossibile soddisfare le richieste.
Quali sono le motivazioni reali che hanno indotto i consiglieri a votare no? Non pervenute.
È sempre aperto il dibattito sul futuro della montagna e delle zone in affanno, come appunto le Valli del Natisone. E si rincorrono le ricette e le proposte suggerite, ma sono parole appunto perché al momento della concretezza, come si è visto, il coraggio e la responsabilità scarseggiano.
Ricordate le vituperate Uti? Guai a nominare le Unioni territoriali imposte dall’allora giunta regionale Serracchiani perché erano un percorso obbligato. Cancellate dunque per dare spazio a scelte volontarie che abbiamo visto come naufragano velocemente.
Medesimo scenario se dalle amministrazioni locali passiamo alla sanità con la razionalizzazione dei piccoli ospedali. Tutti contrari, ma nessuno si chiede come coprirne i costi o quali risposte può dare un presidio che non raggiunge i numeri minimi per la sicurezza sanitaria.
Sarebbe auspicabile interrogarsi sul Friuli che vorremmo e non affrontare il futuro con lo sguardo rivolto al passato perpetuando scelte ed errori dei quali avremo il conto nei prossimi anni.
Se non è chiedere troppo.
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