Fulmine colpisce un’imbarcazione che va alla deriva: sette persone in salvo
Si trovavano tutti su una barca a vela diretta a Lignano, ma che è stata trasportata da raffiche di vento fino a cento chilometri orari nelle acque di Porto Garibaldi, vicino a Ravenna. Uno dei protagonisti: «Evitata una strage»

GRADO. Sette persone, di cui sei adulti e una bambina, tutti residenti tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, sono stati tratti in salvo in una complessa operazione coordinata dalla Capitaneria di porto, che ha recuperato la barca a vela dove si trovavano, diretti a Lignano, ma trasportati dal maltempo fino a Porto Garibaldi.
L'episodio si è verificato domenica scorsa, ed è stato riferito oggi, mercoledì 9 agosto, all'Ansa da una delle persone coinvolte, residente a Pordenone.
L'imbarcazione è stata colpita da un fulmine e portata al largo da un vento che improvvisamente ha cominciato a soffiare a 52 nodi - circa 100 chilometri orari - e con la strumentazione della barca fuori uso.
«Quando cominciavano a disperare e a temere per la nostra vita - riferisce il protagonista, che ha preferito mantenere l'anonimato - l'sos è stato raccolto da un diportista di Parenzo, che l'ha girato alla centrale operativa del Comando provinciale dei carabinieri di Pordenone, alle Capitanerie di porto e alla Guardia costiera.
L'agonia è durata quasi dodici ore: quando la bufera ci ha sorpresi eravamo a quattro miglia da Lignano, l'incubo è finito a Ravenna».
Dopo l'allarme raccolto dai militari dell'Arma, che hanno seguito costantemente l'evolversi della situazione, la centrale operativa del Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto, a Roma, ha attivato le ricerche che hanno visto l'impiego di tre motovedette della Guardia costiera di Grado, Chioggia e Ravenna.
All'operazione ha partecipato anche un elicottero decollato da Pescara.
«È stata evitata una strage - conclude - grazie alla straordinaria capacità dei professionisti del soccorso e delle forze dell'ordine: non finiremo mai di ringraziarli per quello che hanno fatto per noi».
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