Fuggiti dal Venezuela per tornare in Patria

Due moto affiancano un’auto ferma al semaforo. Quattro ragazzi con aria minacciosa impugnano la pistola. Claudia urla al figlio seduto sul sedile posteriore: «Mettiti giù subito!». Paolo, 10 anni, grida terrorizzato: «Mamma ti prego scappiamo, andiamo in Italia, andiamo in Friuli». Sembra la trama di un film, invece è la realtà. Questo è solo uno dei tanti tentativi di rapina subiti dalla famiglia Gandin, emigrata in Venezuela negli anni Cinquanta.
«Rischiavamo la vita – spiega Enzo Gandin, classe 1928, originario di Gonars – ogni volta che ci riunivamo nella sede del Fogolâr Furlan di Caracas. Sodalizio che ho presieduto per 15 anni e di cui oggi sono presidente emerito. Nonostante avessimo assoldato 3 vigilantes, capitava spesso di essere vittime di minacce e furti, ci hanno rubato anche le auto dai parcheggi. Una situazione insostenibile. Attualmente, la presidente Maria Ferrero sta tenendo aperto nonostante tutto, perché partecipare alle attività del Fogolâr è mettere a repentaglio la propria esistenza quindi le 200 famiglie associate si sono ridotte di più della metà».
Enzo Gandin è stato rapinato due volte davanti a casa con la pistola puntata alla tempia mentre uno dei malviventi diceva «Questo lo freddiamo». Impossibile dimenticare quei momenti. Il Venezuela non è sempre stato così. «Se prima dove abitavamo regnava la tranquillità – spiega Enzo –, da tempo vivevamo asserragliati in casa. Una guardia giurata armata, il filo elettrico, le inferriate alle finestre, la porta blindata e l’allarme non bastavano più. La nostra paura si era trasformata in terrore. «Avevo pensato diverse volte di rientrare in Italia – continua – e raggiungere una delle mie due figlie, Sandra, che dal 1999 fa la web designer in Friuli, oggi alla Why Group di Palmanova. Ma metà del mio cuore sarebbe rimasto in quel fantastico paese che per me è come il Friuli, un compendio dell’universo. Inoltre dovevo assolutamente convincere mia figlia Claudia che non voleva lasciare il suo impiego di architetto. Qui nonostante l’ateneo udinese abbia convalidato la laurea non ha ancora trovato un’occupazione».
Enzo Gandin, come tanti emigranti friulani, racconta con gli occhi lucidi una vita di sacrifici: «Sono arrivato con la nave Antonio Usodimare il 20 novembre del 1951». Il suo primo impiego fu quello di contabile nell’officina meccanica dello zio, poi con due cognati ha gestito una piccola azienda grafica. L’attività si espanse: 4 capannoni, 12.000 metri di coperto, 50.000 metri di terreno, 80 operai e 37 anni di dedizione.
La famiglia Gandin al completo è rientrata a Udine nel 2009 lasciandosi alle spalle una vita intera e l’amore per il Venezuela, con la speranza di un futuro migliore. «Le guardie all’aeroporto – continua la figlia Claudia – ci hanno aperto tutte le valigie, domandandoci perché portavamo via tanta roba e lasciando i miei genitori sotto il sole cocente. Mio figlio è quello che si è integrato meglio. Gioca a calcio nell’Union 91 di Percoto e frequenta brillantemente il liceo scientifico Copernico. Sono felice che stia bene nella patria dei suoi 4 nonni. Però quello che vedo qui negli ultimi tempi mi preoccupa. Ci sono dei segnali allarmanti, delle situazioni che abbiamo già vissuto vent’anni fa in Venezuela. L’escalation dei furti, l’impunità, alcune zone della città meno sicure di un tempo, maggior degrado. Già una volta hanno portato via il presente a me e il futuro a mio figlio, non vorrei trovarmi nella stessa situazione».
Il pensiero, in questi tragici mesi di violenze, va a chi in Venezuela è rimasto. La repressione è brutale, ci sono sevizie, violenze, torture. «Noi, comunità italo venezuelana, – continua Claudia – assieme a Veneuropa, Veneglobo e altre associazioni sulla rete, siamo le uniche voci che i manifestanti hanno a disposizione in Europa». In Friuli sono circa 100 “Furlans dal Venezuela” che si riuniscono periodicamente, da quando è iniziata la tragedia in Venezuela, cercando di aiutare chi vive l’inferno delle piazze. Per informazioni consultare il sito www.veneuropa.eu o telefonare a Claudia 348 0974009.
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