Il Friuli nel vigneto del Papa: «Viti studiate dall’Università di Udine»

Taglio del nastro per il progetto Borgo laudato si nell’area di Castel Gandolfo: contributo scientifico dell’Ateneo e sostegno di Banca 360 Fvg e Regione

La delegazione friulana all'inaugurazione del Borgo Laudato si'
La delegazione friulana all'inaugurazione del Borgo Laudato si'

Una delegazione dell’Università di Udine ha partecipato nel pomeriggio di venerdì 5 settembre all’inaugurazione, presieduta da Papa Leone XIV, del “Borgo Laudato si’”, nell’area delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo. La delegazione era guidata dal rettore uscente, Roberto Pinton, e composta dai professori Enrico Peterlunger, Roberto Zironi e il rettore eletto Angelo Montanari. Il rettore ha donato al Santo Padre un capello da vignaiuolo.

Il Borgo è un progetto esemplare e virtuoso di economia circolare realizzato su 55 ettari, di cui circa 20 a destinazione agricola. In questi è stata impiantata anche una vigna progettata e messa a dimora da un pool internazionale di esperti coordinati da Peterlunger e Zironi, docenti del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Ateneo friulano.

Il vigneto, simbolo di un modello di sviluppo sostenibile, è costituto anche da alcune varietà di viti resistenti a diverse malattie frutto della ricerca svolta dall’Ateneo friulano in collaborazione con l’Istituto di genomica applicata (Iga) e i Vivai Cooperativi Rauscedo. Il vigneto è stato realizzato anche con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia.

«È una stata grande emozione e un grande orgoglio per l’Università di Udine incontrare il Santo Padre in occasione dell’inaugurazione del Borgo Laudato si’, uno straordinario progetto al quale l’Ateneo ha avuto l’onore di poter dare il suo contributo scientifico» ha detto Pinton.

Il vigneto, costituito da varietà di viti di diversa origine e provenienza, produrrà un vino che simboleggia per la sua composizione una comunione nella diversità. Rappresenta un nuovo modello di sostenibilità realizzato attraverso l’uso delle più avanzate tecnologie, una attenta riconnessione con la biodiversità e la cura dell’ecosistema per realizzare concretamente la dimensione dell’ecologia integrale.

Il Borgo Laudato si è un sistema integrato costituito, da una parte, dal Centro di alta formazione Laudato si, il pilastro educativo del progetto, dall’altra dal sistema di produzione agricola che applica i principi di ecologia integrale. Nel Borgo saranno formati a regime circa duemila studenti l’anno, fra loro anche una quota con disabilità, inviati da tutto il mondo grazie alle diverse diocesi.

Il progetto era stato presentato a Papa Francesco l’anno scorso da una commissione internazionale di esperti guidata dal direttore generale del Centro di alta formazione Laudato sì, cardinale Fabio Baggio. Anche allora avevano partecipato il rettore Pinton con Peterlunger e Zironi.

«Il Borgo è una bellissima realtà che Papa Francesco ha scelto come il luogo dove mettere in pratica l’Enciclica Laudato si, ma il creatore aveva già fatto la sua parte» ha dichiarato il cardinale Baggio, sottosegretario del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e direttore generale del Centro di Alta Formazione Laudato sì rispetto a Castel Gandolfo «che è veramente il luogo ideale: i principi della Laudato si trovano davvero dimora in queste zone».

Aspetti come l’educazione all’ecologia integrale, economia circolare e generativa e sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) sono proprio i tre pilastri del progetto “Borgo Laudato Sì”, portato avanti dal Centro di alta formazione Laudato si istituito il 2 febbraio 2023 da Papa Francesco.

Nei 55 ettari di zona extraterritoriale, oltre ai 35 ettari di giardini, ci sono appunto 20 ettari di terreno agricolo e fattoria, serre ed edifici di servizio, oggetto di un progetto di protezione e sviluppo di idee, con al centro la biodiversità, ma anche un’armonica interazione tra essere umano e natura e una formazione che si propone di essere inclusiva e accessibile a tutti, con particolare attenzione alle persone in condizione di vulnerabilità. Un luogo di agricoltura e, quindi, anche di vino. Per questo, nell’inverno scorso, con il coordinamento di Loris Basso e il sostegno economico di Banca 360 Fvg, sono state messe a dimora le barbatelle della Vigna del Borgo. Nell’occasione, una delegazione universitaria era stata ricevuta in udienza dal Pontefice, con anche la presenza del presidente di Banca 360 Fvg, Luca Occhialini.

All’inaugurazione del progetto, ieri, erano presenti oltre al presidente Occhialini, anche il consigliere di Banca 360 Fvg Germano Zorzettig, il presidente del Consorzio Friuli Colli Orientali Filippo Butussi, l’agronomo Francesco Degano, il presidente dell’Autorità per l’energia Stefano Besseghini e una figura chiave nei rapporti tra la Capitale e il suo amato Friuli come Fabrizio Tomada.

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