Friulani bloccati a Sharm, l’incubo Is

Dopo l’aereo russo caduto sul Sinai, allarme dei nostri turisti: «C’è paura, le compagnie cancellano i voli». Le testimonianze dal Mar Rosso
(FILE) A file photo dated 03 January 2004 showing tourists waiting to go through the security controls at Sharm el-Sheikh airport in Egypt. Britain suspended flights from Egypt's Sharm el-Sheikh airport late 04 November 2015 after concerns that an 'explosive device' may have caused the weekend crash that killed 224 people on board a Russian plane flying from Sharm el-Sheikh to St. Petersburg in Russia. The British move followed reports by Russia's Interfax news agency on 03 November 2015 that unusual sounds were recorded in the cockpit as the Russian jet crashed in Egypt's Sinai Peninsula, and US media reports that satellite images had detected a heat flash at the time of the crash. ANSA/MIKE NELSON
(FILE) A file photo dated 03 January 2004 showing tourists waiting to go through the security controls at Sharm el-Sheikh airport in Egypt. Britain suspended flights from Egypt's Sharm el-Sheikh airport late 04 November 2015 after concerns that an 'explosive device' may have caused the weekend crash that killed 224 people on board a Russian plane flying from Sharm el-Sheikh to St. Petersburg in Russia. The British move followed reports by Russia's Interfax news agency on 03 November 2015 that unusual sounds were recorded in the cockpit as the Russian jet crashed in Egypt's Sinai Peninsula, and US media reports that satellite images had detected a heat flash at the time of the crash. ANSA/MIKE NELSON

UDINE. «Vengo di norma a Sharm due o tre volte l’anno, ma è la prima volta che respiro questo clima di tensione e paura». A parlare è Flavio Di Pietro, direttore del settimanale “Sette giorni in Friuli”, che si trova nella località del Mar Rosso dal 25 ottobre scorso per una vacanza.

L’attentato nei cieli del Sinai, dove hanno perso la vita 224 passeggeri e attribuito all’Is, ha avuto inevitabili ripercussioni sui voli. Molte le compagnie aeree che hanno interrotto i collegamenti con Sharm el Sheikh, bloccando sul posto anche molti friulani.

«C’è ancora molta confusione – racconta Di Pietro, raggiunto ieri pomeriggio al telefono –. Easyjet ha annullato i voli, al momento c’è soltanto la compagnia Meridiana che fa scalo a Milano, Verona e Roma. Fortunatamente il mio volo, previsto per domenica proprio con la Meridiana, non dovrebbe subire modifiche. Ma sono tanti quelli che stanno cercando di tornare in Italia, anticipando il rientro. Qui c’è paura, anche perchè le televisioni russe mandano in onda continuamente le immagini delle 224 persone decedute».

ANTEPRIMA UDINE 31 GENNAIO 2003 INTERVISTE PEDONI FLAVIO DI PIETRO TELEFOTO COPYRIGHT FOTO AGENCY ANTEPRIMA UDINE
ANTEPRIMA UDINE 31 GENNAIO 2003 INTERVISTE PEDONI FLAVIO DI PIETRO TELEFOTO COPYRIGHT FOTO AGENCY ANTEPRIMA UDINE

Il direttore di “Sette giorni in Friuli” si trova in ferie al Domina Coral Bay, dove è arrivato con il dentista Carlo Zampollo e la compagna, un’arredatrice di nazionalità russa. «Qui tra russi e italiani – riferisce Di Pietro – ci sono circa tremila persone. Sono presenti alcuni friulani, tra questi «una gemonese che fa parte dello Staff e tre ragazze di Udine che sono volute partire nonostante tutto quello che è successo. Ma in altri resort, per esempio a Naama Bay, so che ci sono altri turisti udinesi, per esempio la titolare della Gelateria Dell’Orso e il marito».

Al Domina Coral Bay, tra i più rinomati di Sharm, dove si trova anche il locale di Umberto Smaila, in questo periodo ci sono anche vip, come Maria Teresa Ruta o il duo di Vicenza “Los Locos”, tra gli ospiti nell’ambito dell’elezione di Miss Domina, un appuntamento che si svolge ogni anno la prima settimana di novembre. Questa sera si terrà la finale, ma il clima non è certo disteso e spensierato.

«Venerdì scorso – spiega – sono state elette le miss della serata, quella che è arrivata al secondo posto, una ragazza di nazionalità russa, è morta proprio in quel maledetto volo».

E se all’interno del resort la vita procede più o meno come sempre («si va in spiaggia e si può fare il bagno»), all’esterno le cose non sono così semplici.

La paura di ulteriori attacchi terroristici ha imposto maggiori controlli e la cancellazione di tutte le gite e le escursioni («che di solito si fanno nel raggio di una quindicina di chilometri»). «Il problema non è tanto stare all’interno di un resort in vacanza – conclude Di Pietro –, ma tornare a casa. Il problema è in aeroporto, se trovi o meno il volo. Il fatto poi che la bomba sia stata inserita all’interno di una valigia alimenta ancora di più la paura».

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