Franco Soldati: «Siamo sereni: le nostre operazioni sono regolari»
UDINE.
«Le nostre operazioni sono limpide e perfettamente riscontrabili. L’Udinese ha pagato tutte le fatture ricevute e non ha eseguito alcuna operazione finalizzata a favorire la creazione di fondi neri all’estero». Franco Soldati, presidente dell’Udinese calcio, è categorico. Dispiaciuto, certo, ma sereno. E tale resta anche dopo avere appreso di essere finito nel registro degli indagati della Procura di Milano per non meglio precisati reati fiscali. «Non ne so nulla e non mi è stato ancora notificato alcun atto – afferma –, ma la notizia, se confermata, non mi sorprenderebbe, vista la posizione che occupo all’interno della società».
Ieri mattina, una pattuglia di finanzieri della Polizia tributaria di Udine, al comando del colonnello Alessandro Serena, si è presentata nella sede della società bianconera, in via Candolini, per perquisire gli uffici e raccogliere la documentazione necessaria a far luce sull’eventuale coinvolgimento dell’Udinese nella maxi-evasione. «Sono arrivati alle 9.30 – dice Soldati – e se ne sono andati dopo quattro ore, portandosi via le copie di sette fatture, oltre che dei contratti e dei pagamenti effettuati a favore delle due aziende estere con le quali avevamo rapporti. Due sulle circa 15 presenti nell’elenco delle Fiamme gialle – precisa –, peraltro entrambe facenti capo allo stesso soggetto giuridico».
Il dettaglio in un comunicato ufficiale diffuso dall’Udinese in serata. «I documenti richiesti – si legge – sono relativi a tre stagioni sportive, dal 2004/05 al 2006/07, e si sostanziano in sette fatture: tre del valore complessivo di 930 mila euro e quattro di 121 mila euro». Soldi versati per prestazioni che Soldati descrive come «normali rapporti che intercorrono tra società, calciatori e procuratori. E – aggiunge – che abbiamo regolarmente pagato, non ritenendo certo false le fatture ricevute».
A precisare la natura dell’attività svolta dalle due aziende è il difensore di Soldati, avvocato Maurizio Conti. «Una normalissima attività di scouting – afferma –, tipica nella ricerca di giovani promesse del calcio». Ancora pressocchè all’oscuro delle indagini in corso, Conti non esclude di prendere a breve contatto con la Procura milanese. «Per spiegare le nostre ragioni – dice – e uscire rapidamente da questa inchiesta». Proprio come si augura Soldati. «La cosa che più mi dispiace – afferma – è che questa situazione investa ancora una volta la società e, soprattutto, la famiglia Pozzo, che tanto ha fatto e continua a fare per la gestione dell’Udinese. In questo momento – conclude – c’è bisogno di serenità, per lavorare al meglio sia sul mercato, sia sul piano sportivo».
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