Foto in vicolo Sottomonte La strada narrata in un clic

L’architetto Firmani: la gente documenta il bello e il brutto della strada Le immagini saranno esposte a palazzo Manin. Vanno inviate entro il 31 ottobre
Di Giacomina Pellizzari

Vicolo Sottomonte, la strada parallela a via Mercatovecchio, dove il bello e il brutto si sovrappongono, diventa un set fotografico all’aperto. Gli udinesi e non solo sono invitati a immortalare gli scorci più belli, le persone e le cose che danno al vicolo quel senso di retrò, di decadenza e di eleganza nello stesso tempo, e a inviarli, entro il 31 ottobre, a vicolosottomonte@gmail.com. Le fotografie più belle andranno a comporre una mostra che il 25 novembre, alle 18.30, sarà inaugurata negli spazi espositivi Make, a palazzo Manin. Le immagini saranno commentate da Ulderica Da Pozzo, Francesco Comello, Paolo Ferrari, Alessandra Carloni e Tommy Balestra.

Successivamente, il 16 dicembre, la rassegna si trasferirà nel vicolo che, a quel punto, diventerà una galleria a cielo aperto con tanto di installazione artistica. È l’ultimo capitolo del progetto di rigenerazione urbana organizzato da un gruppo di artisti capeggiato dall’architetto Alfonso Firmani, per far scoprire un vicolo troppo spesso scenario di writers e troppo spesso scambiato per una latrina a cielo aperto. «Nel vicolo si fronteggiano due anime: da una parte il degrado con la gente che scrive sui muri, dall’altra gli studenti che scendono dal colle del castello e vengono a baciarsi qui». Firmani non condanna e non assolve nessuno, si limita a osservare quello che accade in quell’angolo di città. Osserva, documenta e invitati tutti a farlo. Perché in vicolo Sottomonte c’è anche chi scrive poesie e poi le appiccica sui muri. «È un vicolo strano dalla storia antica, la più antica di Udine. Non dimentichiamo - aggiunge l’architetto - che la prima cinta muraria era lì». Ma è anche un vicolo che ha sempre guardato con interesse all’innovazione. Basti pensare, ricorda sempre Firmani, «che con Malignani è stato il primo a essere illuminato dalla luce elettrica». E il fatto che sia parallelo a via Mercatovecchio lo trasforma in una strada del centro utilizzata da chi predilige la riservatezza. Tutti questi aspetti confermano come, da sempre, qui si fronteggino bruttezza e bellezza. Una contrapposizione trasformata oggi, da un gruppo di artisti, in un aspetto da studiare per svelare l’identità di un luogo. Un’identità che alla pari di quella di piazza Libertà, ma quest’ultimo è solo un esempio, va tutelata

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