Forze armate e Rotary piangono il generale Zorzi ufficiale e gentiluomo

«Un combattente, uno che non mollava mai». Lo ricordano tutti così il generale Aldo Zorzi di Sacile, scomparso a 79 anni nella notte fra venerdì e ieri dopo la sua ultima battaglia contro un male nel suo caso incurabile.
«Negli ultimi giorni non voleva lasciare il passo alla malattia – racconta l’amico Ugo Fonte –, perché aspettava di vedere le figlie, lontane per motivi lavoro. Quando apriva gli occhi, con lo sguardo chiedeva a Donella quando sarebbe arrivata Elisa... “Papà, è appena atterrato l’aereo, sta arrivando in macchina” gli diceva. Finché l’ha vista al capezzale. Dopo poche ore se n’è andato».
Aldo Zorzi ha lasciato un grande vuoto tra tutti coloro che lo conoscevano e ne ricordano le spiccate qualità umane. Altruismo, generosità e riguardo per il prossimo, che riusciva a ben esprimere sia privatamente che nel Rotary Club Pordenone Alto Livenza, dove, tra gli incarichi ricoperti, era stato anche presidente. Lì si era speso con generosità in tutte le iniziative: la ricostruzione dell’asilo di Mirandola devastato dal terremoto dell’Emilia Romagna nel 2012, supporto all’ospedale pediatrico di Haiti dopo il cataclisma del 2010, raccolta di aiuti per la popolazione durante le missioni in Libano della Brigata Ariete.
Faceva paracadutismo, ha giocato a tennis ed era un grande tifoso della Roma. Congedatosi dall’esercito poco prima del 2000, con il suo camper ha girato tutto il mondo assieme alla moglie Marilena e agli amici. Fino a tre anni fa, quando la moglie è mancata, anche lei per una grave malattia. Un colpo per lui, che l’adorava quanto adorava le figlie.
Fronte spaziosa, sguardo diritto, sorriso franco. «Un modo di incedere da uomo tutto d’un pezzo, alla John Wayne» lo ricorda lo scultore Fiorenzo Bacci, suo amico da sempre. «Una persona piacevole, giovale, che sapeva tenere banco» aggiunge Silvestro Leone, che prosegue: «Per me era un fratello maggiore, che ho conosciuto agli inizi della carriera militare, percorsa seguendone l’esempio».
Aldo Zorzi era nato a Fiume il 9 settembre 1939. Da profugo, dopo la guerra, si era trasferito nelle Marche e poi a Roma per studiare. Arrivato a Sacile come tenente carrista, aveva percorso la carriera militare fino a ricoprire il ruolo di Capo di Stato Maggiore della Brigata Garibaldi a Pordenone e di colonnello alla Brigata Ariete.
L’ultimo saluto sarà martedì alle 15.30 nel duomo San Nicolò di Sacile, dove domani sarà recitato il rosario lunedì alle 18. —
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