Folla a Pordenone per la reliquia di don Bosco - Foto

Prima in viale Grigoletti, poi in corteo fino al Duomo. Messa celebrata dal vescovo, un malore e alla fine la veglia

PORDENONE. Folla in preghiera per tutto il giorno, ieri, per la reliquia di don Bosco a Pordenone. Nella chiesa dei salesiani in viale Grigoletti flussi no stop di gente in ginocchio davanti alla sacra teca di vetro, con confessioni e conversioni volte a bonificare le anime dagli eccessi del razionalismo. La statua, di resina, ha la reliquia autentica del braccio benedicente di don Bosco e la seduzione della fede resiste al trascorrere del tempo. «Registriamo uno straordinario risveglio della fede in città – ha detto accogliendo la reliquia don Silvio Zanchetta, direttore della casa salesiana -. Bentornato a casa, don Bosco».

Ieri sera il corteo ha accompagnato la teca da viale Grigoletti al duomo di San Marco. Segno della croce, canti e orazioni moltiplicate in questo difficile periodo di crisi, che coinvolge famiglie e fabbriche storiche. Si sono viste lacrime, tra i credenti, persone che nella fede hanno un riferimento sicuro per resistere a questi tempi non facili. Dopo la celebrazione del vescovo, monsignor Giuseppe Pellegrini (da registrare anche un malore, senza gravi conseguenze), la veglia eucaristica è continuata nel corso della notte, all’interno della chiesa salesiana.

“Un santo è venuto a casa nostra per stare insieme a noi” era lo slogan della giornata. Chiesa aperta e preghiere fino all’alba per ritrovare l’autenticità della vita. «L’iniziativa è stata fortemente voluta dal rettore maggiore dei salesiani, Pascual Chávez Villanueva – hanno raccontato i sacerdoti di viale Grigoletti -, in preparazione al bicentenario della nascita di don Bosco, che si celebrerà nel 2015».

L’urna insigne è partita da Torino, ha fatto tappa in America Latina, in Asia Est Oceania e Sud, in Africa e in Madagascar per poi rientrare in Europa e tornare nello Stivale. Ventiquattro ore di devozione, a Pordenone, per la reliquia che porta in dote miracoli e conversioni. Di certo ieri ha incrinato la scorza di scetticismo di diverse persone, hanno raccontato i ragazzi dell’oratorio. Sperare, pregare, è una terapia antidolore. Per celebrare la visita della reliquia, i salesiani hanno definito la fitta serie di eventi religiosi e di festa per i giovani: incontri con gli studenti, veglie di adorazione e la processione per le vie del centro città.

«La peregrinazione della reliquia si sta dimostrando anche un evento ecclesiale – hanno concluso i salesiani di Pordenone, parlando di eccezionalità dell’appuntamento e della risposta dei pordenonesi –, oltre che ispiratore di fede».

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