Fiori rubati dalle tombe, aumentati i controlli

PASIANO. Un’omertà diffusa ha coperto e copre un fenomeno noto da anni, che evidentemente è stato sottovalutato, senza tenere conto del sentimento di delusione delle famiglie che hanno col tempo subito un torto grave, quello di un furto sulle tombe dei propri cari. I furti di fiori al cimitero si arricchiscono di nuovi particolari.
In questi giorni, i volontari per la sicurezza stanno incrementando i controlli nei cinque camposanti del territorio per impedire che accadano nuovi episodi che hanno gettato un’immagine sicuramente negativa sul paese. Pare, tra una conferma e una smentita, che questo fenomeno sia sempre esistito. I principali responsabili sarebbero due: uno è passato a miglior vita, l’altro è ancora protagonista di simili episodi, l’ultimo dei quali denunciato l’altro giorno. Anche la persona deceduta che si sarebbe resa responsabile di questi furti avrebbe rubato i mazzi di fiori al cimitero per portare a casa un omaggio alla moglie. Possibile che nessuno si sia mai accorto di nulla in tutto questo tempo e non abbia informato le forze dell’ordine? Evidentemente no. I recenti furti di fiori sarebbero commessi da una persona definita “seria” in paese.
I furti vengono commessi di tanto in tanto. Non ci si trova di fronte a un ladro seriale di fiori, bensì a una persona che colpisce quando i fiori gli servono: o per celebrare un anniversario, oppure per farsi perdonare una mancanza. La comunità però è rimasta attonita di fronte a questi fatti e alcuni fedeli, che portano i fiori al cimitero sulla tomba dei propri cari, chiedono che qualcuno intervenga per fermare questi comportamenti. Di sicuro non si può procedere alla “militarizzazione” dei cimiteri, ma si possono eseguire maggiori controlli, come del resto i volontari stanno già facendo, con discrezione, senza destare clamore. Se a questo si somma il fenomeno dei furti di rame, i cimiteri, luoghi che dovrebbero essere i più rispettati e inviolati di tutti, sembrano proprio essere diventati campi di battaglia.
Rosario Padovano
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