Finti tecnici Lottomatica truffano baristi e tabaccai a Udine

UDINE. Finti tecnici Lottomatica sono riusciti a far cadere nelle loro trappole baristi e tabaccai friulani. Negli uffici della polizia postale, infatti, si moltiplicano le denunce in cui gli esercenti parlano di telefonate-trappola effettuate da sedicenti esperti della società di lotterie e scommesse che, con una serie di raggiri, inducono i malcapitati a ricaricare tessere Poste pay per migliaia e migliaia di euro.
L’allarme era scattato già una volta quest’anno, la scorsa estate, quando gli investigatori di via Marinelli si erano trovati di fronte ai primi casi. Episodi fotocopia, truffe messe a segno in pochi minuti in città e in provincia con semplici chiamate, il tutto secondo un clichè utilizzato anche nel resto d’Italia dove si sono registrati analoghi raggiri.
Ecco cosa succede. «In pratica – spiega l’ispettore capo Francesco Tempo della polizia postale di Udine – alcune persone prendono contatto telefonicamente con i responsabili dei locali in cui sono installati i terminali di Lottomatica. Con poche frasi dimostrano di saperci fare, di conoscere molto bene il sistema operativo e così la controparte (quasi sempre si tratta di titolari di tabacchini o di baristi, ndr) non si insospettisce».
Anzi, si fida e comincia ad assecondare le richieste di quello che pensa essere un tecnico di Lottomatica. Quest’ultimo parla di alcune criticità del sistema informatico, problemi che ci sono stati e che rendono necessarie alcune prove, una sorta di test per verificare che tutto sia a posto e che le operazioni avvengano in modo corretto.
Gli esercenti friulani non sono particolarmente stupiti di tali richieste, anche perché in altre occasioni hanno potuto contare sull’assistenza telefonica della società. Solo che nei casi poi finiti all’attenzione della polizia postale “all’altro capo del filo” non c’erano dipendenti di Lottomatica, ma banditi che conoscono bene i loro sistemi informatici e tendono così le loro trappole: «Mi scusi, il sistema nelle ultime ore non ha funzionato bene, dobbiamo effettuare delle simulazioni per vedere se gli interventi di ripristino sono andati a buon fine. Può seguire con noi una procedura»? E se il malcapitato risponde di sì, metà della truffa è di fatto già andata a segno.
Ma vediamo cosa succede. I finti tecnici suggeriscono «Apra la schermata per una ricarica Poste Pay» ed è in questo preciso momento che gli esercenti dovrebbero drizzare le antenne, sottolineano i poliziotti della Postale. E ancora: «Inserisca questi numeri: 950..».
«Ma così facciamo una ricarica di 950 euro» obietta il tabaccaio. «Non si preoccupi, non sono operazioni reali, sono solo i nostri codici di prova» risponde rassicurante la voce al telefono. E poi, convincente, continua: «Proseguiamo con l’iter, inserisca anche questi numeri...».
«Ma questo è un numero di una Poste Pay» rileva di nuovo il tabaccaio. «Ma no, sono sempre i nostri codici, non abbia timore. Ah, aspetti, ho una telefonata urgente, le passo un collega». Ed è con questo ultimo escamotage (quello di passare la chiamata a un collega) che alcuni esercenti sono stati indotti a effettuare la stessa operazione più volte e hanno così “ricaricato” i malviventi di oltre tremila euro. Purtroppo in questa rete sono finiti tabaccai e baristi di Udine, dell’hinterland e della zona del Cividalese. Il consiglio della polizia postale è uno solo: chi riceve una chiamata di questo tipo dovrebbe chiudere il telefono con una scusa e chiamare poi direttamente Lottomatica, in modo da essere certo di parlare con i veri tecnici.
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