Fidanzati uccisi a Pordenone: riemergono i dati cancellati da telefonini e computer di Giosuè e Rosaria

Dai messaggi della ragazza dell'imputato alle ricerche di Giosuè sulle armi. L'udienza ha rischiato di saltare per un blackout, che si è riproposto alle 12.50. L'udienza è stata sospesa

UDINE. Messa inizialmente a rischio da un blackout che ha lasciato per la prima parte della mattinata il tribunale di Udine senza luce né riscaldamento (il generatore non s'era messo in funzione), é cominciata con mezz'ora di ritardo l'undicesima udienza del processo a Giosuè Ruotolo, l'ex militare di Somma Vesuviana accusato del duplice omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone, il 17 marzo 2015 di fronte al palasport di Pordenone.

Il blacout si è riproposto alle 12.50. L'udienza è stata sospesa

E così cominciato un lungo viaggio, attraverso le parole del maresciallo dei carabinieri Salvatore Loiacono della sezione crimini violenti del Ros di Roma, tra i segreti del telefonino iPhone 6 sequestrato all'imputato e del personal computer sottoposto al medesimo provvedimento durante una perquisizione nell'abitazione della famiglia Ruotolo a Somma Vesuviana.

Nell'iPhone sono state rinvenute parole chiave come arma/i, Beretta, pistola, 7 65 e 7 e 65 (in riferimento al calibro dell'arma utilizzata per uccidere), proiettile/i, ogiva, bossolo/i, ricarica e polvere da sparo.

Tra le note c'è n'era una, cancellata, che riportava l'indirizzo via Chioggia 8 a Pordenone, uno stabile situato di fronte all'abitazione delle vittime.

Tra le immagini ce n'erano diverse dell'imputato con la vittima Trifone Ragone, oltre a una foto del profilo Whatsapp di quest'ultimo, che lo raffigurava con Teresa, ingrandita e salvata dal sistema in buona risoluzione.

Poi altre immagini della propria Audi A3 con le coperture in cellophane sul volante e sul sedile del conducente e in carta sul tappetino risalenti al 16 marzo 2015, il giorno prima dell'omicidio, come se l'auto fosse appena stata riconsegnata dopo un tagliando. In esse si vedono anche i pantaloni della mimetica che si presume di Ruotolo.

Infine, foto di lettere di Rosaria in cui la stessa esplicitava propositi suicidi.

Quanto ai messaggi di testo, ne risultano di cancellati nella data del delitto. Tra quelli rimasti, invece, quello inviato da Rosaria alle 20.42, meno di un'ora dopo gli spari: "Amore, ma hai fatto qualcosa che non mi hai detto?" , con la risposta di Ruotolo: "Amore, e cosa avrei dovuto fare? Lo sai che ti dico tutto. Mó, 10 minuti che finisco di mangiare e ti chiamo".

Poi l'analisi del pc sequestrato nella casa della famiglia Ruotolo a Somma Vesuviana. In esso dati cancellati ma recuperati all'interno del computer su ricerche come " Vendo arma, vedo arma, offro pistola, scambio pistola" e stringhe di ricerca ritenute rilevanti, anche se non connesse direttamente all'omicidio, con riferimenti a "cocaina, bullismo, omicidi e brutali omicidi" e a contenuti pornografici.

La difesa ha messo in luce che la parola "armi" compare oltre 120 mila volte e che ci sono riferimenti a materiali militari in uso al 132• Reggimento carri dell'Ariete. Fattori riconducibili a periodi precedenti all'arruolamento dell'imputato.

Poi l'analisi dei dati e delle numerose cancellazioni di dati effettuate sul telefonino iPhone 4S in uso a Rosaria, a sua volta sequestrato.

Testimonianze di altri investigatori dell'Arma sono in programma sono al tardo pomeriggio.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto