Fedriga: il popolo spazzerà via questa vergogna

Unioni civili, attacco del numero uno leghista a Montecitorio: «Renzi cerca consenso sulla pelle delle famiglie»

UDINE. Non ha ancora sbollito la rabbia Massimiliano Fedriga. No, a una giornata di distanza dal momento in cui l’Italia si è dotata della legge che istituisce le unioni civili, il capogruppo alla Camera della Lega Nord è ancora in piena battaglia.

È sempre, l’onorevole triestino, immerso nel clima da agone politico che ieri, dopo l’ok di Montecitorio, lo ha portato a battibeccare per l’ennesima volta con la presidente Laura Boldrini sino al punto di raggiungerla, sullo scranno più alto dell’emiciclo, per spiegarle a chiare lettere «tu non ti puoi permettere di dirmi di stare calmo» dopo l’invito a moderare i toni.

E quel furor bellicus parlamentare, adesso, Fedriga è pronto a riversarlo nel «paese reale per cancellare la norma» appena varata dal Parlamento.

Onorevole pare di capire che la rabbia vista in diretta televisiva alla Camera non sia ancora evaporata...

«Esatto. Sono ancora furioso per le forzature utilizzate su una legge di iniziativa parlamentare che coinvolge la coscienza e la sfera personale di ogni singolo deputato. Il tutto avallato da una presidente della Camera che ha deliberatamente scelto di non utilizzare gli strumenti a sua disposizione per tutelare i diritti delle opposizioni.

Senza dimenticare come abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione di quello che è capace di fare Renzi, disposto a colpire le famiglie italiane, e pure i diritti dei bambini, pur di farsi propaganda elettorale».

Nel concreto può spiegare che cosa, a suo parere, non funziona in questa legge?

«Noi leghisti saremo sempre dalla parte di chi lotta per garantire le libertà affettive e di orientamento sessuale di tutti. Ma essere contro ogni forma di discriminazione non significa appoggiare uno scempio che rappresenta un forte attacco alla famiglia tradizionale».

Scusi ma nelle unioni civili non si fa riferimento al concetto di matrimonio...

«È ancora peggio perché il Pd non ha nemmeno avuto il coraggio di esplicitare la volontà di istituire una fotocopia di matrimonio, un matrimonio gay. Basta dare un’occhiata al combinato disposto tra gli articoli del codice civile riportati nella legge, uguali a quelli del matrimonio, e al comma 20 della norma stessa per capire come, in modo indiretto, subdolo e bugiardo, si aprano le porte alle adozioni omosessuali e alla pratica dell’utero affitto.

È una vergogna. Non esiste il diritto ad avere un figlio. Può essere un desiderio, ma non un diritto. Esiste soltanto il diritto di un bambino ad avere una mamma e un papà».

Conferma la volontà di raccogliere le firme per arrivare a un referendum abrogativo?

«Certo. Di fronte a un Parlamento che si poggia su una maggioranza illegittima e a un Governo non eletto che stravolge e colpisce i fondamenti della nostra società, torneremo dal popolo a chiedere che la gente difenda assieme a noi la famiglia tradizionale».

Lei pensa davvero di raggiungere, eventualmente, il quorum?

«Sono convinto che se riusciremo a impostare una buona campagna di comunicazione spiegando alla gente che stiamo parlando dei diritti dei bambini ce la faremo».

Nel frattempo la Lega invita i sindaci alla disobbedienza...

«Non ci vedo nulla di male in una protesta civile dei primi cittadini che rappresentano il paese reale molto meglio della maggioranza dopata di Renzi. Se don Milani, senza entrare nel merito, invitava le persone a disertare il servizio militare non capisco perché Salvini non possa chiamare alla disobbedienza civile i sindaci su un tema come questo».

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