Falsi prosciutti dop, ecco chi sono i 29 indagati

Accuse a vario titolo di associazione a delinquere, truffa, frode in commercio e contraffazione di denominazione d’origine
Un momento dell'operazione dei carabinieri del Nas di Bologna che ha portato al sequestro di oltre 40 tonnellate di prosciutto crudo e alla denuncia di tre persone, 8 giugno 2016. In particolare, l'amministratore delegato di una azienda che produce e commercializza prosciutti nel Parmense è stato denunciato poiché ritenuto responsabile di frode in commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine e detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione. Commercializzava scarti di lavorazione che invece di essere avviati allo smaltimento venivano presentati come 'ritagli prosciutto stagionato' ad aziende di produzione di pasta ripiena e salumi. Analoghi reati vengono contestati ai legali rappresentanti di due aziende delle province di Bologna e Modena per aver commercializzato tranci di prosciutto crudo, etichettati e spacciati impropriamente come Dop. ANSA/ NAS CARABINIERI +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Un momento dell'operazione dei carabinieri del Nas di Bologna che ha portato al sequestro di oltre 40 tonnellate di prosciutto crudo e alla denuncia di tre persone, 8 giugno 2016. In particolare, l'amministratore delegato di una azienda che produce e commercializza prosciutti nel Parmense è stato denunciato poiché ritenuto responsabile di frode in commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine e detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione. Commercializzava scarti di lavorazione che invece di essere avviati allo smaltimento venivano presentati come 'ritagli prosciutto stagionato' ad aziende di produzione di pasta ripiena e salumi. Analoghi reati vengono contestati ai legali rappresentanti di due aziende delle province di Bologna e Modena per aver commercializzato tranci di prosciutto crudo, etichettati e spacciati impropriamente come Dop. ANSA/ NAS CARABINIERI +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

PORDENONE. All’inizio c’era un elenco numerico, ora ci sono nomi e cognomi.

Ma è presto per capire chi siano i buoni e chi i cattivi, nell’inchiesta sui falsi prosciutti Dop, sulla quale lavorano i carabinieri del Nas di Udine. Tanto presto che il magistrato inquirente, il pm pordenonese Marco Brusegan, ha chiesto una proroga di sei mesi alle indagini.

Ecco come nasce il falso prosciutto Dop

In attesa della “scrematura”, 29 sono le persone coinvolte nella parte pordenonese dell’inchiesta con accuse, mosse a vario titolo, di associazione a delinquere, truffa, frode in commercio e contraffazione di denominazione d’origine di prodotti alimentari.

Indagati risultano Carlo Venturini, 56 anni, di Gemona, Michele Pittis, 46 anni, di Codroipo, Loris Pantarotto, 35 anni, di Morsano al Tagliamento, Elena Pitton, 39 anni, di Zoppola, Sergio Zuccolo, 45 anni, sanvitese residente a Varmo, Renzo Cinausero, 47 anni, di Valvasone, Stefano Fantinel, 47 anni, di San Daniele, Aurelio Lino Grassi, 64 anni, di Pozzuolo del Friuli residente a Campoformido, Nadia Di Giorgio, 49 anni, residente a Remanzacco, Tiziano Ventoruzzo, 56 anni, di San Vito al Tagliamento, Filippo Sbuelz, 41 anni, di Mortegliano, Silvio Lizzi, 57 anni, di San Vito di Fagagna, Emilio Lizzi, 66 anni, di Fagagna, Sebastiano Marco Pugliara, 40 anni, di Siracusa, Giuseppe Peressini, 52 anni, di San Daniele, Elisa Borin, 32 anni, pordenonese residente a San Pietro di Feletto (Treviso), Franco Pinardi, 50 anni, di Pordenone, Mirco Giorgiutti, 56 anni, udinese di Pagnacco, Luca Casasola, 42 anni, di San Michele al Tagliamento, Carlo Del Stabile, 52 anni, udinese residente a Villa Vicentina, Giuseppe Pressacco, 58 anni, di Rivignano, Lucio Della Vedova, 47 anni, di San Daniele, Franco Venturoso, 65 anni, sanvitese residente a Majano, Francesco Ciani, 66 anni, di Ragogna, Ivan Gigante, 44 anni, di Ronchis, Enrico Gigante, 43 anni, anch’egli di Ronchis, Andrea Foi, 50 anni, di Martignacco, Luigi Merlo, 53 anni, di Cittadella (Padova), Antonio Castellan, 44 anni, di Bassano del Grappa residente a Rosà (Vicenza) e il Gruppo Carni friulane srl, quest’ultimo per una responsabilità amministrativa.

Un filone parallelo d’inchiesta è condotto dalla procura di Torino, che si è mossa dopo un controllo in un’azienda piemontese che commercializza il seme suino.

Gli investigatori sospettano che la produzione del prosciutto di San Daniele dop e del Parma sia stata contaminata da verri da riproduzione non ammessi al Dop, verri danesi la cui carne è sanissima ma priva delle qualità richieste per produrre prosciutti che possano fregiarsi della denominazione di origine protetta.

Agli allevatori viene contestato l’utilizzo di verri non ammessi nel disciplinare, agli ingrassatori di vendere suinetti pronti per il macello prima dei 9 mesi canonici, ai macelli di non rispettare il peso dei suinetti previsto dal disciplinare di produzione del dop con una tolleranza del 10 per cento in più o in meno, ai prosciuttifici di non fare i controlli previsti sulla qualità dei maiali.

Ma, come dicevamo in apertura, l’elenco degli indagati è destinato a subire una scrematura. A settembre, in tal senso, ne sapremo di più. (a.b.)

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