«Faccetta nera alla festa? Canterei anche Bella ciao»

UDINE. I commenti sul sito web del Messaggero Veneto sostanzialmente fanno segnare un pareggio. C’è chi critica l’inizio canoro della festa per i 50 anni del sindaco Carlantoni sulle note di Faccetta Nera, evidente richiamo al fascismo, e chi si mette dalla parte del primo cittadino e invita i criticoni a cercare da altre parti le cose che non vanno. E lui? L’ex An, primo cittadino rieletto due anni fa con percentuali “bulgare” nel centro della Valcanale, non nega di aver cantato Faccetta nera, ma rilancia. A sorpresa.
«Abitualmente quando scendo a Udine in auto canto le canzoni della mia epoca, Baglioni e altri. E poi ci metto anche qualche motivo del passato. Come Faccetta Nera e pure Bella Ciao».
Sicuro?
«Sì. Perchè non cantare Bella Ciao? È vero, è la canzone di una parte della Resistenza, ma una parte che ha contribuito a liberare l’Italia dall’oppressione nazifascista: è la storia».
Ma Faccetta Nera è un inno fascista...
«Lo so. Anche se la canzone esisteva già ed è solo stata adottata dal fascismo. Chiariamolo subito, io condanno da sempre tutti i regimi totalitari: sia il fascismo sia il comunismo, ma...».
Cosa?
«Ricordo solo particolare, che non credo sia da poco: quella era la festa per il mio cinquantesimo compleanno. L’ho organizzata ovviamente a mie spese. Visto quello che si dice della politica è meglio chiarirlo. C’era un centinaiao di persone, di varie appartenenze politiche. Alcuni amici all’inizio della festa mi hanno intonato Faccetta nera. Io non ne sapevo nulla, è stata una goliardata tra amici. Ho cantato e la festa è proseguita tranquillamente. Anzi, ringrazio tutti quelli che hanno voluto esser presenti».
Cosa pensa di quella canzone?
«Che è una canzone di un’epoca, parte della storia d’Italia. Esattamente come Bandiera Rossa o, appunto, Bella Ciao. Sono nato vent’anni dopo la guerra, sono stato un dirigente di Alleanza Nazionale, ma a Tarvisio ho realizzato la fusione con Forza Italia, ho aperto un’altra epoca. Conosco la storia, gli errori del fascismo e guardo avanti sempre contro tutti i totalitarismi. Quindi, vede, non mi sono limitato a dire che la mia era una vesta privata».
Ma lei è un personaggio pubblico...
«Verissimo. Ma la canzone è stata cantata in una festa, era una goliardata. E il 25 aprile a Udine? Avete visto quell’ uomo in camicia rossa accanto al sindaco Honsell con il pugno chiuso alzato? È vero il sindaco di Udine gliel’ha fatto abbassare, ma lui, come altri, alzavano quel pugno chiuso: lo stesso che alzavano nei regimi totalitari filocomunisti. Totalitari e sanguinari. Ma per quei pugni chiusi in piazza nessuno si è indignato».
Lei però non ce la racconta giusta quando dice che canta Bella Ciao in auto...
«Come no, cambio solo qualche parola. In Faccetta Nera tolgo il Duce e faccio sfilare i soldati solo davanti al Re».
Sorpreso dalla raffica di commenti sul nostro sito web?
«Mah, nemmemno tanto. Di cosa stupirsi in un Paese in cui per 50 anni abbiamo dovuto celebrare di nascosto i 12 carabinieri trucidati a Malga Bala dai partigiani comunisti perchè all’Italia repubblicana non faceva comodo parlare di quello scempio?».
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